Fergat
Fondata nel 1922, l’azienda si specializza nella produzione di componenti per auto, veicoli militari e materiale rotabile a uso agricolo. Nel dopoguerra collabora con importanti case motociclistiche e automobilistiche italiane e apre un proprio stabilimento in Spagna. Nel 1977 trasferisce le proprie lavorazioni a Cascine Vica. Attualmente sull’area ex Fergat sorgono la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e gli uffici della III Circoscrizione.
Cronologia
1922 fondazione
1930 trasferimento delle lavorazioni da via Cernaia in via Millio
1938 apertura di uno stabilimento a Caluso
1942 chiusura del complesso di Torino in seguito ai bombardamenti e trasferimento delle lavorazioni a Caluso
1945 ripresa delle lavorazioni nello stabilimento di Torino
1958 chiusura dell’unità produttiva di Caluso
1961 apertura di uno stabilimento in Spagna
1974 acquisto dell’area dell’ex fabbrica Castor a Cascine Vica
1975 assunzione degli ex dipendenti Castor
1977 trasferimento delle lavorazioni a Cascine Vica e chiusura dello stabilimento di Torino
Storia dell'impresa
Dalla fondazione alla seconda guerra mondiale
Nata a Torino nel 1922, l’azienda si specializza nella lavorazione della lamiera in ferro “per la produzione di ruote e componenti per auto” (1). Nel 1930, dopo aver trasferito le proprie lavorazioni dalla sede originaria di via Cernaia ai nuovi stabilimenti di via Millio, in borgo San Paolo, la fabbrica diversifica la produzione iniziando a fabbricare radiatori per automobili, parti meccaniche e componentistica per veicoli militari. La crescente domanda dell’Arsenale Militare di Torino spinge l’azienda ad aprire nel 1938 un nuovo stabilimento a Caluso che, affiancando quello di Torino, la porta a qualificarsi nella costruzione di ruote per utilizzo bellico, prime tra tutte quelle destinate allo “spostamento di cannoni e mitragliere antiaeree” (2). Una lavorazione che riceve un impulso rilevante dal coinvolgimento dell’Italia nella guerra di Spagna e, successivamente, dallo scoppio della seconda guerra mondiale, nel corso della quale la fabbrica viene dichiarata “stabilimento ausiliario interessante espressamente per lavorazioni belliche”(3), con il conseguente esonero dal servizio militare di gran parte degli addetti il cui numero, nel 1942, ammonta a circa 300 unità (4). Pesantemente danneggiata dalle bombe alleate, la fabbrica trasferisce nel 1942 le linee produttive nello stabilimento di Caluso, abbandonando quello di Torino, che riprende a funzionare al termine delle ostilità.
Il dopoguerra e il miracolo economico
Alla fine della guerra, la Fergat si trova di fronte alla necessità di procedere a una riconversione della produzione, lasciandosi alle spalle il comparto bellico e concentrandosi su quello civile. Un’opera portata avanti con grande abilità dalla direzione aziendale che, dopo aver stipulato un accordo con la Innocenti per la produzione delle ruote e delle scocche della Lambretta, decide di concentrare gli sforzi verso la realizzazione di staffe, carrelli componibili e ruote per macchine a uso agricolo, la cui produzione inizia a ricoprire un ruolo di primo piano nel fatturato aziendale. Nei primi anni Sessanta, l’azienda torna a dedicarsi alla produzione di parti in lamiera stampate per conto dei più prestigiosi marchi automobilistici italiani (Fiat, Lancia e Alfa Romeo) e, dopo aver chiuso nel 1958 l’unità produttiva di Caluso, trasferisce le proprie lavorazioni negli stabilimenti di via Millio e via Masaccio, al centro di un’importante opera di ampliamento che porta alla costruzione di nuovi capannoni e di una mensa aziendale.
Dal mercato estero al lento declino
Nel 1961 la Fergat occupa 691 dipendenti (5) e decide di giocare le proprie carte sul mercato estero, aprendo un complesso produttivo nei dintorni di Barcellona, specializzato nella lavorazione di ruote agricole di grandi dimensioni. Nei primi anni Settanta gli impianti di via Millio si rivelano angusti e non idonei alle mutate esigenze produttive dell’azienda, che si accinge a celebrare il primo cinquantenario di attività. Nel 1974 la Fergat acquista i locali dell’ex stabilimento Castor di Cascine Vica, fabbrica specializzata nella produzione di elettrodomestici bianchi e nel 1975 ne riassume nel proprio organico i dipendenti, da tempo posti in cassa integrazione. E’ il preambolo dell’addio al complesso di borgo San Paolo, definitivamente abbandonato nel 1977, anno in cui l’azienda “completa il trasferimento nell’area di Cascine Vica” (6).
La riconversione e il nuovo riutilizzo
Nei primi anni successivi alla dismissione, l’ex stabilimento Fergat conosce un periodo di abbandono e degrado interrotto nella prima metà degli anni Ottanta, quando l’intera area diventa proprietà del Comune di Torino che, nell’ambito di un progetto di recupero e riqualificazione urbana, ne adibisce gli spazi a polo culturale e a centro di pubblici servizi per i cittadini. Tra il 1994 e il 1996 sono bonificati e recuperati circa 13.000 metri quadrati, destinati a ospitare non solo attività artigianali e aziende di servizi, ma anche i locali del Centro per l’Arte Contemporanea della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La Palazzina Uffici, dopo un’ opera di ristrutturazione, è stata restituita alla III Circoscrizione e attualmente, insieme a“una serie di servizi per i cittadini” (7), è sede dell’Ecomuseo urbano della III Circoscrizione.
Note
1. Sergio Donna, Fergat, in Sergio Donna, Le antiche fabbriche di Borgo San Paolo. Cento anni di ruggente e gloriosa storia industriale torinese, Edizioni Piemonte Cultura, Torino 2010, p. 125
2. Federica Calosso, Luisella Ordazzo, Borgo San Paolo. Storie di un quartiere operaio, Graphot, Torino 2009, p. 148
3. Archivio di Stato di Torino Intendenza di Finanza, Servizio danni di guerra, risarcimento danni di guerra, domande di risarcimento danni di guerra, Fergat, reparto VI, cartella 3304
4. Cit.
5. Censimento dell’industria e del Commercio, 1961
6. Domenico Gallo, Fergat: una storia di partecipazione. Dalla fabbrica alla riqualifica dell’area, s.n.. Torino 2004, p. 14
7. Città di Torino, Una memoria recuperata : la fabbrica Fergat di Torino, Città di Torino, Regione Piemonte, Unione Europea, Ministero del tesoro e del bilancio, Torino 2000, p. 8.
Bibliografia
- Città di Torino, Una memoria recuperata: la fabbrica Fergat di Torino, Città di Torino, Regione Piemonte, Unione Europea, Ministero del tesoro e del bilancio, Torino 2000
- Domenico Gallo, Fergat: una storia di partecipazione. Dalla fabbrica alla riqualifica dell’area, Torino 2004
- Calosso, Federica - Ordazzo, Luisella, Borgo san Paolo. Storie di un quartiere operaio, Graphot, Torino 2009
- Donna, Sergio, Le antiche fabbriche di Borgo San Paolo. Cent'anni di ruggente e gloriosa storia industriale torinese, Piemonte cultura, Torino 2010
- Corrado Tazzara, Sindacato e partecipazione operaia in una media azienda metalmeccanica torinese, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Scienze Politiche, anno accademico 1978-1979, relatore prof. Corrado Vivanti
Fonti Archivistiche
- Archivio di Stato di Torino Intendenza di Finanza, Servizio danni di guerra, risarcimento danni di guerra, domande di risarcimento danni di guerra, Fergat, reparto VI, cartella 3304
- Città di Torino, Ufficio Statistica e Toponomastica, Censimento dell’industria e del commercio, 1961
Luoghi correlati
Ente Responsabile
- ISMEL