Scheda: Evento - Tipo: Storico

Bombardamento 13 luglio 1943

La notte tra il 12 e il 13 luglio 1943 Torino è colpita da una delle più violente incursioni aeree portate avanti dall’aviazione inglese. Sulla città cadono 763 tonnellate di bombe, che provocano la morte di 792 persone e ingenti danni a edifici, infrastrutture e stabilimenti industriali.

 


Data dell'evento: 13 Luglio 1943

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1. Bombardamento

Il bombardamento del 13 luglio 1943 fa parte della seconda fase di incursioni che colpì Torino: queste incursioni furono definite «terroristiche». Le azioni notturne erano compiute da grandi formazioni di quadrimotori della RAF che si susseguivano a più ondate, avendo come obiettivo una zona predefinita della città, che colpivano indiscriminatamente. Le bombe dirompenti usate furono di calibro grosso (1.000 libbre) e grossissimo (2.000 e 4.000 libbre) e furono lanciati anche spezzoni incendiari alla termite, le nuove bombe al fosforo e bottiglie e bidoni di benzina al fosforo.

Ogni ondata sganciava prima le bombe dirompenti e poi gli ordigni incendiari. Questa tecnica rendeva impossibile l’impiego dei mezzi antincendio durante l’incursione e favoriva lo svilupparsi di incendi di vaste proporzioni. Ai danni degli incendi si sommavano quelli delle esplosioni delle bombe dirompenti, che distruggevano gli edifici e bloccavano i servizi e le comunicazioni (interrotte le strade, i cavi elettrici e telefonici, le tubature del gas e dell’acqua). In questa seconda fase si assistette al primo vero sfollamento dei torinesi.

L’impressione generale è che il bombardamento di obiettivi militari o industriali rientrasse certamente nell’eventualità di ciascuna missione ma, al tempo stesso, che questa eventualità non costituisse lo scopo principale dell’azione. A provarlo è l’enorme quantità di mezzi incendiari fatti cadere a pioggia durante ogni azione, che potevano essere giustificati solo se l’intenzione era quella di terrorizzare, ma che risultavano di scarsa efficacia nei confronti di installazioni considerate in qualche modo strategiche.

L’incursione aerea degli inglesi del 13 luglio con 250 aerei Lancaster, Wellington, Stirling e Halifax, si protrasse dall’01.33 alle 02.45.

2. I danni e le cronache

“Lo spettacolo di Torino è il solito spettacolo di incubo all’indomani delle incursioni: gente errante per le strade, fumigar di incendi da tutte le parti, zampilli d’acqua in mezzo alle strade” (1). Il 14 luglio 1943 Carlo Chevallard affida alle pagine del suo diario la descrizione del bombardamento abbattutosi sulla città la notte tra il 12 e il 13 luglio. Un’incursione considerata, a tale data, “la più grande su una città italiana” (2), che vede i bombardieri dell’aviazione alleata sganciare ordigni esplosivi e spezzoni incendiari, per un totale di 763 tonnellate.

Il bilancio, sul quale grava il ritardato azionamento della sirena dell’allarme antiaereo che inizia a suonare soltanto con la caduta delle prime bombe, è spaventoso: 792 morti e 914 feriti (3). La città, messa in ginocchio, è colpita in ogni suo punto: dai quartieri della periferia agli edifici del centro (Palazzo Chiablese, la chiesa di Santa Teresa, piazza Castello e via Roma), dalle infrastrutture alle fabbriche. L’apparato produttivo cittadino esce pesantemente provato da quella notte e i principali stabilimenti riportano ingenti danni a macchinari e strutture che ne minano l’attività produttiva. Cadute a macchia di leopardo, le bombe provocano i danni più rilevanti ai complessi di Barriera di Milano (dove sono colpite la CEAT, la Conceria Gilardini, la INCET, la Fiat Acciaierie, la Fiat Fonderie Ghisa e, soprattutto, la Fiat Grandi Motori), Regio Parco (Manifattura Tabacchi), Borgo San Paolo (Viberti), Vanchiglietta (Schiapparelli) e Borgo Vittoria (Superga, Wamar, CIMAT, Società Nazionale Officine Savigliano e Fiat Ferriere).

Fra gli episodi di quella notte si ricorda il bombardamento della chiesa di Madonna di Campagna, nel cui scantinato si era rifugiato un gran numero di abitanti della zona. Un numero elevato di vittime fu estratto dalle cantine dell’edificio situato vicino alla chiesa di San Gioacchino. Nella stessa notte fu colpito il duomo, la chiesa di Santa Teresa, la chiesa di San Domenico e numerosi altri edifici religiosi. Intere strade - la cui valenza strategica era nulla - furono devastate come via Garibaldi e via Po. La notte del 13 luglio fu colpito anche il Cimitero Generale provocando la devastazione di molte tombe. La cronaca di quell’evento fu minima, visto che i giornali non uscirono per alcuni giorni e ci volle parecchio tempo per rendersi conto dell’entità del disastro.

Note

1. Carlo Chevallard, Diario 1942-1945. Cronache del tempo di guerra, Blu edizioni, Torino 2005, p. 27.

2. Giorgio Bonacina, Comando bombardieri. Operazione Europa. L’offensiva aerea strategica degli alleati nella seconda guerra mondiale, Longanesi, Milano 1975, p. 189.

3. Giovanni De Luna, I bombardamenti, in Luciano Boccalatte, Giovanni De Luna, Bruno Maida (a cura di), Torino in guerra 1940-1945. Catalogo della mostra, Gribaudo Editore, Torino 1995, p. 23.

 

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • ASCT, fondo Prinotti, cartella 31, fascicolo 11, Diario n° 10, p. 23

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Ente Responsabile

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  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà