Chiesa di Santa Giulia
Il tempio eretto nel borgo di Vanchiglia fu l’ultima grande opera della benefattrice Giulia Falletti di Barolo. Fu costruito in stile neogotico a tre navate dall’ingegner Giovanni Battista Ferrante tra il 1862 e il 1866. Durante il secondo conflitto mondiale, due bombardamenti colpirono la chiesa e le sue pertinenze. I danni riportati furono lievi.
1. Storia dell'edificio
Nel 1844 un gruppo di abitanti del borgo di Vanchiglia si era riunito per scegliere il luogo dove avrebbe dovuto sorgere la nuova chiesa, si dovette aspettare fino al 1855 perché si costituisse un comitato promotore per la raccolta degli opportuni fondi. Nonostante il contributo degli abitanti e di re Carlo Alberto (1798-1849) l’impresa però non riuscì a decollare. Solo nel 1862, grazie all’intervento della marchesa Giulia Falletti di Barolo (1786-1864) l’iter di progettazione poté essere ripreso. La cospicua offerta della benefattrice di mezzo milione di lire venne tuttavia dalla stessa vincolata a precise condizioni: che la chiesa si intitolasse a Santa Giulia; che il disegno per un tempio in stile gotico a tre navate venisse affidato all’ingegner Giovanni Battista Ferrante (1834-1913); che il comitato di Vanchiglia e il municipio di Torino concorressero per una somma non inferiore a 50 mila lire cadauno. Dopo che il consiglio comunale, il 24 maggio 1862, ebbe deliberato di intitolare la via dei macelli (l’attuale via Barolo) ad onore della marchesa, la prima pietra venne posta il 22 maggio 1863, festa di Santa Giulia. La nobildonna non ebbe però modo di veder terminata l’opera. Spegnendosi il 19 gennaio 1864, fu il lascito testamentario a far sì che il tempio venisse compiuto. Sebbene un regio decreto del 15 novembre 1865 avesse elevato la chiesa a parrocchia, solamente il 23 giugno 1866 l’edificio venne aperto al culto. La salma della marchesa, dal cimitero di Torino, vi venne traslata il 19 gennaio 1899.
2. Bombardamenti
La chiesa di Santa Giulia e le sue pertinenze, ovvero la casa parrocchiale e l'oratorio, vennero colpite durante le incursioni aeree del 13 luglio e del 13 agosto 1943. La chiesa e i locali adibiti a abitazione e convivenze riportarono danni alla copertura del tetto, crollo di plafoni, lesioni a volte e muricci, danni alla facciata e agli infissi, causati da soffio di bomba dirompente e spezzoni incendiari. L'oratorio subì il sinistramento di tutti i dieci locali. Bombe dirompenti causarono il parziale distacco del tetto e il crollo dei soffitti. Nell'agosto 1944, si registrava un ripristino parziale delle strutture.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
CHIESA DI S. GIULIA
Piazza S. Giulia 7bis
Chiesa e pertinenze.
Tipico e significativo esempio di edificio religioso del secondo Ottocento di valore storico-artistico e ambientale. Documenta la diffusione del gusto neogotico e costruisce l'ambiente sul quale è attestata.
Costruita su progetto di Giovan Battista Ferrante nel 1862.
ASCT, Progetti Edilizi, f. 110/1862.
Tavola: 42
Bibliografia
- Guidi, Guido, Le chiese di Torino danneggiate dalla guerra, in «Torino. Rivista mensile municipale», A. XXV, n. 8, agosto, 1949, Torino, pp. 9-15 Vai al testo digitalizzato
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 449 Vai alla pagina digitalizzata
- Tago, Ave (a cura di), Giulia Colbert di Barolo madre dei poveri. Biografia documentata, Libreria editrice Vaticana, Città del Vaticano 2007 , pp. 430-433
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 423, cart. 8, fasc. 16, n. ord. 5
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 424, cart. 8, fasc. 17, n. ord. 2
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