Scuole all’aperto
Le scuole all'aperto, nate per cercare di limitare il dilagare della tubercolosi, nella convinzione che sole e aria aperta giovassero alla salute, sono istituite nei primi anni del Novecento.
Le prime aperte in Torino risalgono agli anni Dieci, quando i bambini mettono a spalla il loro banco-zaino e accompagnati dall’insegnante vanno a studiare in mezzo alla natura della campagna limitrofa alla scuola. I primi esempi torinesi sono le scuole Tommaseo e D’Azeglio.
Nel 1917 il Comune di Torino, su iniziativa del Direttore generale delle scuole comunali Ambrosini, con la collaborazione del Ginnasio Genero, apre la scuola all’aperto Villa Genero: una scuola con internato, che si apriva nella stagione primaverile e che accoglieva 70 alunni. Una seconda scuola all’aperto è fondata dal Comune a Loano, dietro suggerimento dell’Ufficio d’Igiene, e ospita circa cento alunni delle scuole torinesi, d'inverno, a scopo profilattico. Questa in un primo tempo si trova a Finalpia poi, con la costruzione della colonia municipale “Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia” nel 1927-1928, è trasferita a Loano. Visto il giovamento alla salute riportato dagli alunni, nell’anno scolastico 1929-1930 viene ufficialmente aperta la Scuola annuale all’aperto. Le lezioni si svolgono dalle 8.30 alle 16.30 con distribuzione di tre pasti giornalieri, colazione, pranzo e merenda. Oltre alle elementari sono presenti sezioni di scuola materna all’aperto, che nell'anno scolastico 1929-1930 conta 26 bambini al di sotto dei sei anni. La cura degli alunni e la parte amministrativa è affidata alle suore di San Vincenzo, anche se la scuola dipende direttamente dalla Direzione centrale delle scuole comunali torinesi. Esercizio ginnico, passeggiate e attività didattiche all’aperto si alternano alle normali lezioni.
Nel frattempo a Torino, in regione Lucento e in regione Mongreno, vengono aperte altre due colonie permanenti all’aperto; la prima, “Principessa Laetitiia”, con classi elementari femminili e scuola materna, mentre la seconda, “Davide Ottolenghi”, con elementare maschile. Qui gli alunni, accanto a lezioni teoriche, si esercitano nei lavori dell’orto, del frutteto, della vigna e dei campi, coltivando essi stessi un piccolo appezzamento di terreno. Entrambe le scuole vengono parificate nel 1933.
La pratica continua fino al termine della Seconda Guerra Mondiale quando si contano in tutta Italia 48 scuole all’aperto, con un totale di 226 classi. A poco a poco si prende l’abitudine di aprire questo genere di scuola anche agli “scolari normali”, che non presentano sintomi di malattia.
Bibliografia
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Ente Responsabile
- Fondazione Tancredi di Barolo