Stazione di Porta Nuova
Nata come termine della linea Torino-Genova inaugurata nel 1853, la stazione fu realizzata dopo l’unificazione italiana dall’ingegnere Alessandro Mazzucchetti e dall'allievo Carlo Ceppi. Durante la Seconda Guerra Mondiale la stazione diventa centro di raccolta dei deportati ai campi di raccolta e concentramento. La stazione di Porta Nuova fu colpita da due bombardamenti: il primo l’8 dicembre del 1942, il secondo il 13 luglio del 1943.
1. Storia dell'edificio
Fra i principali scali ferroviari italiani insieme a Roma Termini, Milano Centrale e Santa Maria Novella a Firenze, la stazione di Porta Nuova fu prevista a completamento della linea Torino-Genova, costruita nel periodo 1845-1853 con la collaborazione dell’ingegnere belga Henri Maus (1808-1893), specialista in piani inclinati che contribuì all’apertura del traforo del Fréjus. Il progetto da lui definito per la stazione fu però respinto, come altre proposte che impegnarono il dibattito cittadino, all’insegna di pareri controversi soprattutto rispetto all’ubicazione dell’impianto.
Accolta la scelta di completare l’asse urbano dell’attuale via Roma, fra il 1865 e il 1868 sorse il nucleo storico della stazione per opera dell’ingegnere Alessandro Mazzucchetti (1824-1894) e del suo allievo Carlo Ceppi (1829-1921), al quale si deve probabilmente l’enfasi stilistica della facciata in luogo dell’eclettismo classicheggiante allora in voga. La parte centrale fu dotata di una copertura a volta in ferro e vetro poi distrutta, mentre le modifiche successive hanno mantenuto, oltre la facciata, la sala d’aspetto di prima classe, nota anche come Sala reale, decorata dal pittore Francesco Gonin (1808-1889).
Diversi sono stati gli ampliamenti eseguiti negli anni per fronteggiare l’incremento del flusso di passeggeri, sino ai lavori prossimi a essere conclusi finalizzati al raccordo con la linea della metropolitana e alla riqualificazione del sito come galleria commerciale.
2. La Seconda Guerra Mondiale
Dalla Stazione di Porta Nuova partirono centinaia di deportati destinati ai campi di transito o direttamente ai lager nazisti. I gruppi di donne e uomini condannati alla deportazione venivano radunati all'alba dentro il carcere delle Nuove e trasportati alla stazione alle prime luci del mattino, transitando lungo corso Vittorio Emanuele II. Il primo trasporto partì il 13 gennaio 1944 con destinazione Mauthausen, luogo in cui giunse il giorno successivo. Un secondo trasporto lasciò Torino il 18 febbraio di nuovo con destinazione Mauthausen dove arrivò il 21 febbraio. Il 27 giugno 1944 partì il primo convoglio verso Ravensbrück.
Porta Nuova non fu solo luogo di partenza per i deportati ma anche luogo di arrivo per i rari superstiti. Nel 1974 la città ha voluto ricordare i deportati torinesi con una lastra in rame incisa da Cagli e voluta dall'Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti (ANED) con il patrocinio della Regione Piemonte. La targa è posta sul lato arrivi di via Sacchi.
La targa apposta in prossimità del binario, recita:
"Partirono da questa stazione / i deportati politici per i campi di sterminio nazisti / A chi rimaneva lasciarono la consegna / di continuare la lotta contro il nazifascismo / per l'indipendenza e la libertà".
3. Bombardamenti
La stazione ferroviaria, con annessi uffici e magazzini (per un totale di 800 locali circa), fu colpita da bombe sia incendiarie, sia dirompenti, durante i bombardamenti dell’8 dicembre 1942 e del 13 luglio 1943, effettuati da aerei della RAF con bombe di grosso e grossissimo calibro. I principali danni furono: il crollo di muri e il crollo delle coperture e del tetto.
Dal diario dell’Istituto Lorenzo Prinotti, 1940. ASCT, Fondo Prinotti cart. 31 fasc. 11, 9, pp. 89-90
"Morto teol. Fasciola Luigi. 53 anni!
6-sett. 1940. E' venerdì – ore 2 mattina nel rifugio contraereo, nella torretta di S. Secondo vicino alla sua camera, rannicchiato sulla scaletta, dopo aver condotto i 15 misteri non lo sentirono più. Chiamato non rispose. Nell'oscuramento si sentì un rantolo, era morto. Con molta fatica di Grande Aviolo. Mons. Pinardi e un inquilino lo portarono a letto. Il venerdì prima aveva troncato gli Esercizi Spirit. alla pace di Chieri, perchè soffriva di angina pectoris. Fu l'aorta gonfiata che gli scoppiò a un bombardamento più accentuato allo smistamento di Porta Nuova la notte che bombe incendiarie inglesi bruciarono 18 vagoni di nafta, e l'emorragia lo spense".
4. Altri interventi
Negli ultimi anni, la Stazione Porta Nuova, terza per grandezza in Italia, è stata oggetto di un importante intervento di riqualificazione a opera di Grandi Stazioni, che ha restituito a Torino un edificio ferroviario rinnovato e più funzionale, all’altezza dei 70 milioni di viaggiatori che la frequentano ogni anno. Cinquantamila metri quadrati complessivi riqualificati, 15mila metri quadrati dedicati ai servizi, allo shopping e al ristoro, 13mila metri quadrati di superfici restaurate tra facciate, marmi e controsoffitti. Nel 2016 Grandi Stazioni ha effettuato importanti interventi di restauro che hanno interessato porticati facciate e coperture che hanno restituito a Porta Nuova l'immagine originale del 1861, a partire dal colore. Porta Nuova è molto cambiata, trasformandosi da luogo unicamente di transito a luogo anche per acquisti e servizi: oltre 40 le attività commerciali disponibili tutti i giorni dalle 8 alle 21, wi-fi gratuito e una app dedicata, “around station”. Numerose anche le offerte culturali, sociali e d’intrattenimento che negli ultimi anni hanno reso Porta Nuova un luogo unico per cittadini e viaggiatori.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
STAZIONE F.S. DI TORINO PORTA NUOVA
Corso Vittorio Emanuele II, Via Nizza, Via Sacchi
Edificio per stazione ferroviaria.
Edificio per servizi di valore storico-artistico e ambientale, singolare esempio di stazione ferroviaria di testa, di grandi dimensioni, della seconda metà dell'Ottocento, in gusto eclettico, ora in parte ristrutturata; contribuisce a caratterizzare l'ambiente urbano di Corso Vittorio Emanuele II e Piazza Carlo Felice.
Su progetto del 1861, opera di A. Mazzucchetti con la collaborazione di C. Ceppi specialmente per le facciate, realizzazione tra gli anni 1861 e il 1868. L'edificio viene in parte modificato (biglietterie e posizione binari), nel 1910-11 e successivamente trasformato e ampliato nel 1948-55 (nuove biglietterie, pensiline, atrio, galleria di testa, ecc.).
Scalo ferroviario eretto in Torino [...], 1867; Catalogo della mostra del traforo del Fréjus [...], 1957; L. MIRONE, 1962; C. MEEKS 1966; ISTITUTO DI ARCHITETTURA TECNICA, 1968, vol. I, p. 1333; M. LEVA PISTOI, 1969, pp. 46 sgg.
Tavola: 49
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 363 Vai alla pagina digitalizzata
- Magnaghi, Agostino - Monge, Mariolina - Re, Luciano, Guida all'architettura moderna di Torino, Lindau, Torino 1995 , p. 30
- Vinardi, Maria Grazia (a cura di), Danni di guerra a Torino: distruzione e ricostruzione dell'immagine nel centro della città, Celid, Torino 1997
- De Luna, Giovanni, Torino in guerra, in Tranfaglia, Nicola (a cura di), Storia di Torino. Dalla Grande Guerra alla liberazione (1915-1945), Vol. 8, G. Einaudi, Torino 1998, pp. 695-829 Vai al testo digitalizzato
- Sforza, Michele, La città sotto il fuoco della guerra. La tragedia delle città italiane e l'impegno dei vigili del fuoco nella seconda guerra mondiale, U. Allemandi, Torino 1998 , figg. 205-206
- Boccalatte, Luciano - D'Arrigo, Andrea - Maida, Bruno (a cura di), 38/45, una guida per la memoria. Luoghi della guerra e della Resistenza nella provincia di Torino, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti" - Blu, Torino 2006 , pp. 80-82
- Giau, Filippo, Giuseppe Raineri. Opere scelte, in «Atti e Rassegna tecnica della Società degli ingegneri e architetti in Torino», N.S., a. LXIII, n. 1, gennaio, 2009, Torino, pp. 27-65 , pp. 64-65 Vai al testo digitalizzato
- Bassignana, Pier Luigi, Torino sotto le bombe nei rapporti inediti dell'aviazione alleata, Edizioni del Capricorno, Torino 2013
Sitografia
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 375, cart. 7, fasc. 11, n.ord. 1
- ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 1229, cart. 25, fasc. 2
Fototeca
Luoghi correlati
Soggetti correlati
Oggetti correlati
Temi correlati
Ente Responsabile
- Mostra Torino: storia di una città
- Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà