Caserma Vittorio Dabormida
La caserma, progettata nel 1906 per il Reggimento di Fanteria, viene realizzata fra il 1908 ed il 1914 in stile neo-gotico.
1. La convenzione del 14 aprile 1904
L’edificio rientrava nella convenzione dell’aprile 1904 fra il Municipio di Torino e l’Amministrazione della Guerra (rappresentata dalla Direzione Genio Militare di Torino), che nella seduta Consiliare del 14/04/1904 condusse alla creazione di un nuovo polo logistico militare. La struttura, intitolata a Vittorio Emanuele Dabormida generale del Regio Esercito Italiano 1842-1896, sostituisce quella omonima, costituita dai Quartieri Militari dell’architetto Filippo Juvarra (1678-1736), che passa in proprietà al municipio di Torino.
Prima del 1904, infatti, «le strutture per l’accasermamento dell’organico e per i servizi a esso necessari, interessarono principalmente il tessuto urbano centrale, con adeguamenti del costruito esistente o con edifici di nuovo impianto situati nelle immediate vicinanze dei margini cittadini» (Rosato, p. 223). Dopo la convenzione l’ambito territoriale di riferimento per le nuove caserme si concentra nelle zone più periferiche, consentendo la progettazione di un’ampia piazza d’armi (come decretato dall’art. 4.), attorno alla quale vengono collocati l’ospedale militare Riberi e le caserme Dabormida, Montegrappa e Morelli di Popolo.
2. Struttura architettonica
L’impianto architettonico e la distribuzione funzionale sono analoghi a quelli della vicina caserma Montegrappa. Le infrastrutture militari di inizio Novecento si assomigliano stilisticamente e strutturalmente: una palazzina di comando con elementi decorativi di pregio, due maniche laterali per l’amministrazione e la truppa.
Le scuderie e gli abbeveratoi per i cavalli della Fanteria sono scomparsi, mentre il cortile interno, utilizzato per le esercitazioni dei reparti, si è arricchito di impianti da gioco e alcune palazzine sono state trasformate in locali ricreativi e di ristoro.
Nel 1959 la caserma Dabormida diventa sede del Distretto Militare di Torino, Ente nato il 13 novembre 1870 che nel 2007 cambia titolo in Centro Documentale alle dipendenze del Comando Regionale Militare Nord.
3. Bombardamenti
La Caserma Dabormida, che occupa l'isolato tra via De Cristoforis e i corsi Galileo Ferraris, Lepanto e Unione Sovietica (Già corso Stupinigi), fu colpita da bombe dirompenti nelle estati del 1943 e 1944. La scheda di censimento degli edifici danneggiati e distrutti segnala in particolare la distruzione di un fabbricato di tre piani al centro dell'isolato verso corso Lepanto e su corso Unione Sovietica e corso Lepanto tetti divelti e danni alle chiassilerie e crolli di muricci. Nell'agosto 1945 non risultavano ancora opere di ripristino.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
CASERMA DABORMIDA (DISTRETTO MILITARE)
Corso Unione Sovietica 100
Caserma (in origine di fanteria).
Segnalazione di edificio di stile neo-gotico, di interesse documentario, storicamente connesso alla localizzazione della Piazza d'Armi.
Costruita nei primi anni del Novecento.
G. MARZORATI, 1923, tav. 108.
Tavola: 57
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 415, p. 474 Vai alla pagina digitalizzata
- Borasi, Vincenzo, La presenza dei militari, in Bracco, Giuseppe - Comoli Mandracci, Vera (a cura di), Torino da capitale politica a capitale dell’industria. Il disegno della città (1850-1940), Vol. 1, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2004, pp. 167-186
- Cadeddu, Paolo, Le caserme di piazza d’Armi a Torino: La Marmora (Monte Grappa) - Dabormida - Morelli di Popolo - Ospedale militare Riberi, D. Piazza, Torino 2008 , pp. 91-107
- Rosato, Salvatore, La Scuola di applicazione di Torino tra Otto e Novecento: formazione e campi di ricerca in ambito militare, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1998/99, relatore Vera Comoli Mandracci , pp. 223- 228
Fonti Archivistiche
- Centro Studi e Ricerche storiche sull’Architettura Militare del Piemonte (CeSRAMP), Archivio Cartografico, Car. 13, Cas. 1.14 «Pianta di Torino» [1925].
- Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Deliberazioni Consiglio Comunale, 1904.
- ASCT, Archivio edilizio, pratica n. 296 (1908).
- ASCT, Archivio edilizio, pratica n. 802 (1911).
- ASCT, Archivio edilizio, pratica n. 228 (1914).
- Archivio Prima Direzione Genio Militare di Torino (A1°DGMT), mob. A, cass. 3, cart. 2 [1950].
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Genio Civile, Sezione I, mazzo 4556 (1952).
- ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 2154, cart. 44, fasc. 9
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Ente Responsabile
- CeSRAMP - Centro Studi e Ricerche storiche sull’Architettura Militare in Piemonte
- Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà