1735
Capitale del Regno di Sardegna
A seguito del trattato di Utrecht (1713) Torino diviene capitale anche del Regno di Sicilia (commutata nel 1718 con quello della Sardegna) e ai duchi di Savoia spetta da ora il titolo regio, riconoscimento ufficiale tra le potenze europee. Il periodo è contrassegnato dal governo di Vittorio Amedeo II, che subito avvia un processo di riforme istituzionali entro lo Stato e in parallelo decide di rinnovare l’immagine architettonica della capitale, adeguandola ai grandi modelli internazionali. Recatosi in Sicilia nel 1714 egli conosce e chiama a Torino l’architetto messinese Filippo Juvarra, celebre e attivo a Roma, e gli affida il compito di progettare la nuova scenografia urbana configurando l’immagine moderna e adeguata al rango di capitale settecentesca.
In una visione aperta all’Europa, Juvarra, nominato primo architetto regio (1714), traccia per il sovrano il profilo teorico del rinnovamento urbanistico della città-capitale secondo il principio della ‘centralità diffusa’ fondato sull’inscindibile relazione che stabilisce tra la sede istituzionale del governo e l’intero territorio. Attraverso il puro linguaggio dell’architettura, intesa come segno ed espressione di monumentalità nell’attenzione ai canoni della trattatistica, Juvarra impone la propria inedita interpretazione della gerarchia dello spazio urbano e foraneo, superando – senza mai formalmente smentire – i caratteri della città secentesca.
Al suo arrivo subito completa il progetto urbanistico di costruzione dell’ampliamento occidentale di Torino a Porta Susina e inizia la progettazione e il completamento di nuovi edifici emblematici dello Stato (la ‘zona di comando’ con le Segreterie di Stato e i Regi Archivi; le caserme dette dei Quartieri Militari) e del sovrano (la basilica di Superga, la palazzina di Stupinigi, il progetto non realizzato di reggia al castello di Rivoli, la facciata e lo scalone di Palazzo Madama), oltre a edifici religiosi e civili nei principali luoghi della città (la facciata della chiesa di Santa Cristina, la chiesa del Carmine, la chiesa di San Filippo). Avvia anche il progetto urbanistico di radicale ristrutturazione del centro antico della città, con la rettificazione e allargamento della contrada di Porta Palazzo (l’attuale via Milano) e costruisce i due isolati in testata verso la porta nord della città, con la vicina piazzetta romboidale. Nel 1735 l’architetto si trasferisce a Madrid, chiamato da Filippo V di Borbone.
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Temi ed Eventi
Abdicare, tornare, forse impazzire
Il re Vittorio Amedeo II abdicò nel 1730 ritirandosi a Chambéry, ma, incapace di tollerare la lontananza dal potere e insoddisfatto del governo del figlio, tentò un anacronistico ritorno finendo incarcerato e morendo probabilmente pazzo.
La grande stagione delle riforme settecentesche: cultura e istituzioni sociali
Finita l’epoca delle guerre, Vittorio Amedeo II, oltre a dedicarsi per quasi vent’anni a riformare lo Stato, estese la sua azione anche alla società e alla cultura costruendo anche qui in sistema pienamente sottoposto al potere centrale.
Soggetti
Antonio Giuseppe Bertola (Muzzano, Biella 1647 - 1719)
Esperto in discipline giuridiche, matematiche, architettoniche, è “Maestro di Fortificazioni e di Aritmetica” (1702) e dopo la difesa nell’assedio del 1706 diviene Primo architetto civile e militare. È il responsabile per le fortificazioni di Torino negli anni critici che precedono l’assedio.
Oggetti
Altri luoghi
Palazzina di Caccia di Stupinigi
L’edificazione della palazzina venatoria extraurbana si basa sulla commessa di Vittorio Amedeo II, nel 1729, al Primo Architetto Regio, Filippo Juvarra, per un ridotto casino di caccia, da collocarsi sui terreni del Castelvecchio di Stupinigi, già di possesso, dal 1573, dell’Ordine Mauriziano. Nonostante i completamenti e gli ampliamenti successivi, il raffinato impianto juvarriano è mantenuto nella scelta di assecondare, con il disegno, il tracciato delle rotte di caccia.
Reggia di Venaria Reale
Voluta da Carlo Emanuele II come residenza venatoria e di piacere, è la più imponente e grandiosa tra le dimore facenti parte della corona di delitie (cioè il sistema delle residenze extraurbane dei Savoia connesso con la città capitale), tanto da poter essere paragonata alla più importanti regge europee di fine Seicento.
Castello di Rivoli
Castello dinastico dei Savoia di origine medievale, viene trasformato in residenza di corte tra Cinquecento e Seicento con interventi degli architetti e ingegneri ducali Francesco Paciotto, Ascanio Vitozzi, Carlo e Amedeo di Castellamonte. Tra il 1716 e il 1734 è oggetto di un grandioso progetto di riplasmazione, rimasto incompiuto, da parte del Primo Architetto di S. M. Filippo Juvarra per volontà di Vittorio Amedeo II, che vuole promuoverlo a reggia extraurbana. Oggi è sede del Museo d’Arte Contemporanea.