1961
Da città a metropoli
La Torino che dal secondo dopoguerra si spinge attraverso il boom economico fino alla fine degli anni Settanta può essere paragonata – utilizzando un’efficace immagine di Giorgio Rigotti per il Piano Regolatore del 1956 – a una sorta di “grande mano”, metafora spaziale della crescita a macchia d’olio del costruito che progressivamente invade l’intera piana torinese. Un’immagine forte e condivisa, come condivisa è l’idea che la città cresca con e grazie alla fabbrica, secondo un processo che l’assimila a un organismo biologico.
In questa «gigantesca infrastruttura a servizio della produzione», come ha scritto un urbanista torinese, tutto è ricondotto all’idea della città-fabbrica: «Strade diritte, così lunghe che puoi vedere l’orizzonte, nelle belle giornate. Partono dal centro della città e vanno a Nizza, a Milano e in Francia o a Leningrado. Corrono parallele alle linee di Mirafiori e del Lingotto e di Rivalta, e parallele a quelle linee corrono le vite di Torino».
Per lunghi anni la circolarità e sovrapposizione tra spazi del lavoro e dell’abitare – industrie e quartieri operai – pare essere totale e assoluta, senza soluzioni di continuità. Una città in cui anche il centro storico viene trasformato in periferia: l’alta borghesia ora abita in collina. In questo quadro le celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia diventano occasione per la costruzione di un momento “altro” rispetto all’immagine totalizzante della città-fabbrica. Monumento e mito condiviso della modernizzazione e della nuova Torino della grande immigrazione dal sud che la porta a superare il milione di abitanti, Italia ‘61 racconta le speranze legate al boom e al nuovo governo di centrosinistra. Unico episodio urbano pianificato e di matrice pubblica non riconducibile alle sole ragioni della produzione e della crescita.
La crisi di sistema della seconda metà degli anni Settanta fa implodere il gigantismo industriale dei decenni precedenti. Svuotando le retrovie industriali consolidate, la crisi rende per la prima volta fragile la linea del costruito che avanza nelle campagne.
Galleria
Temi ed Eventi
Il dopoguerra e la ricostruzione
Nei difficili e frenetici anni che seguirono la fine della guerra ci si impegnò per ridare un volto normale alla città e per risolverne i problemi più pressanti quali il rifacimento delle infrastrutture distrutte, la carenza di case e tutte le attività lavorative da rilanciare.
Soggetti
Altri luoghi
Aeroporto di Torino «Sandro Pertini»
Una delle opere infrastrutturali cruciali per il decollo della Torino post-bellica.