591
Capoluogo del Ducato longobardo
Nel 591 un duca di Torino, Agilulfo, è eletto re dei Longobardi, ed è definito ‘di Torino’ ma anche ‘duca dei Turingi’: i Turingi si erano probabilmente alleati ai Longobardi dopo che a nord delle Alpi il loro regno indipendente era stato abbattuto dai Franchi nel 531.
Dopo l’ingresso in Italia nel 568, nel 570 si era insediata nel torinese una forza d’occupazione che comprendeva Longobardi, Eruli e Turingi. La guida longobarda complessiva era fuori discussione, ma le famiglie turinge occupavano una posizione di primo piano nel Ducato di Torino che si divideva il governo della pianura piemontese con gli altri Ducati di Asti, Ivrea e San Giulio d’Orta. Questi centri erano fondamentali per definire il controllo dei territori in cui i Ducati infatti non erano vere province ma generiche aree d’insediamento militare: i duchi cioè sapevano su quali aggregati tribali governavano, ma non fino a quali confini potevano spingersi.
Alla base dell’arco alpino occidentale passa il delicato confine fra le dominazioni franca e longobarda: i punti di frontiera più importanti, lungo i grandi assi di comunicazione, sono situati nei fondovalle di Aosta e di Susa, nei siti fortificati di Bard e di Chiusa. Dopo il 575, quando i Longobardi cedono le valli d’Aosta e di Susa al re merovingio Gontrano, Torino è più legata alla pianura padana che alle regioni transalpine, come invece era avvenuto, prima del loro arrivo, con la dominazione di Sìsige, un capo goto riconosciuto da Bisanzio. Gli stessi vescovi di Torino da qualche anno avevano dovuto rinunciare al governo ecclesiastico di alcune zone al di là del valico del Moncenisio.
L’importanza strategica del Ducato di Torino spiega perché, oltre ad Agilulfo, altri due duchi torinesi, Arioaldo e Ragimperto, avessero ottenuto la corona del regno dei Longobardi e si fossero trasferiti nella capitale Pavia.
I gruppi tribali multietnici a guida longobarda sono limitati: le due necropoli conosciute più consistenti sono quella presso Testona, con 350 sepolture – databili fra VI e VII secolo – e quella di Collegno, con 157 sepolture – dei secoli VI-VIII. Tracce dell’insediamento longobardo nei secoli VI-VIII si trovano anche in città, presso la chiesa di San Giovanni, e, nel suburbio, nella zona del Lingotto, a nord di Pecetto, presso la chiesa collinare di San Vito, nei pressi dell’attuale via Nizza, a Sassi, al Fioccardo – sugli odierni confini di Torino verso Moncalieri – e nell’area di Madonna di Campagna.
Galleria
Temi ed Eventi
Il ducato dei Longobardi
Torino divenne sede di ducato sotto i Longobardi. Tre furono i duchi d’etnia turingia, poi tutti re, e uno torinese che abbatté il successore designato.
Soggetti
Agilulfo (? - 615/616)
Agilulfo era duca di Torino e venne eletto re dei Longobardi nel 591. Sposò la regina Teodolinda e probabilmente si convertì dall’arianesimo al cattolicesimo dopo il matrimonio.
Abbone
Abbone, un aristocratico la cui famiglia era legata a Carlo Martello, fondò nel 726 l’abbazia di Novalesa. L’abbazia, benché fondata su iniziativa privata, attirò ben presto la protezione regia, in quanto la sua posizione la rendeva di importanza strategica per l’espansione franca.
Altri luoghi
Collegno (Torino), necropoli gota e longobarda e villaggio
Gli scavi per il comprensorio tecnico della metropolitana e quelli per l’ampliamento del cimitero di Collegno hanno portato in luce una necropoli gota, una longobarda e resti delle complesse trasformazioni del villaggio di capanne dell’alto medioevo.