Arcivescovado
La chiesa, dedicata all’Immacolata Concezione di Maria, è annessa al palazzo dell’Arcivescovado, già convento dei Padri della Missione. Per ragioni stilistiche si ritiene progettata dall’architetto Guarino Guarini (1624-1683) tra il 1675 e il 1697. Durante il secondo conflitto mondiale, il complesso di edifici viene gravemente danneggiato dall'incursione aerea del 18 novembre 1942.
1. Storia
La piccola chiesa dedicata all’Immacolata Concezione di Maria viene edificata a partire dal 1675 sull’area, nell’ambito del primo ampliamento barocco della città. E’ collegata alla casa dei Padri della Missione inviati a Torino da San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), fondatore dell’ordine. In occasione della sua beatificazione nel 1730 viene completata la facciata che prospetta su via Alfieri. L’attribuzione della chiesa all’architetto Guarino Guarini non è certa, ma è largamente condivisa perché la pianta dinamica e articolata, formata da due cerchi non tangenti uniti da un rettangolo, e la facciata che si incurva elegantemente creando giochi chiaroscurali sono elementi tipici del linguaggio guariniano.
L’interno riflette il gusto tardo barocco nella decorazione delle cappelle, nell’uso dei marmi colorati, negli stucchi, nei legni dorati intagliati. L’imponente altar maggiore, opera di artigiani luganesi, viene edificato in due tempi e completato nel 1709; riprende la tipologia dell’altare guariniano della chiesa di San Lorenzo ed è ornato da un grande ovale raffigurante l’Immacolata con il Bambino. La chiesa conserva altri dipinti pregevoli: “Transito di San Giuseppe”del pittore Giovanni Antonio Mari (1650-1707), “Predica di San Vincenzo de’ Paoli” (1738) del pittore Alessandro Trono (1696-1781), “Anania e San Paolo” del pittore Sebastiano Taricco (1641-1710); la volta della cappella è affrescata dal pittore veneziano Giovan Battista Crosato (1685-1758). Nel 1708 l’arch. Bernardo Antonio Vittone interviene nell’interno della chiesa sostituendo con una balaustra di marmo il cancello che chiudeva l’altare del Crocifisso fatto costruire da suo padre “mercante in Torino” nel 1696. Nel 1742 Bernardo Vittone interviene nuovamente rifacendo completamente l’altare che viene dedicato a San Vincenzo de’ Paoli e disegnando i mobili per il nuovo arredo della sacrestia. All'interno del cortile del palazzo dell'Arcivescovado è ancora presente la campana dei Padri della Missione (si veda il volume di di Dina Rebaudengo L'isola di Santa Francesca, Torino 1974). il precedente palazzo dell'Arcivescovo era quello accanto (oggi Palazzo Lascaris), fatto costruire nel 1663 dal vescovo Michele Beggiamo di Sant'Albano, nello stesso isolato di quello dei padri della missione.
2. Bombardamenti
Il Palazzo dell'Arcivescovado, di quattro, tre e due piani fuori terra, fu colpito da bombe incendiarie durante l'incursione aerea del 18 novembre 1942. Si registrò la distruzione dei locali del quarto piano, mentre al terzo piano si verificarono screpolature di plafoni e muri divisori e danni alla chiassileria. Al rilevamento del 30 giugno 1944 risultavano in corso i lavori di rifacimento.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
ARCIVESCOVADO
Via Arcivescovado 10
Edificio conventuale adattato ad Arcivescovado.
Edificio conventuale di valore storico-artistico e ambientale, caratterizzante l'ambito di Via Arcivescovado e di Via Arsenale.
Il complesso è stato realizzato tra Sei e Settecento dai Padri Missionari fondati da S. Vincenzo de Paoli. Nel 1776, il re, soppressi i Gesuiti nel 1773, fa spostare i missionari nel Convento dei SS. Martiri e destina il fabbricato a sede dell'Arcivescovado. Il complesso è strettamente legato alla cappella adiacente dell'Immacolata Concezione (scheda 207).
L. TAMBURINI, s.d., p. 232; ISTITUTO DI ARCHITETTURA TECNICA, 1968, vol. I, pp. 926 e 927.
Tavola: 41
Una notizia curiosa: Nel cortile interno del complesso, prima dei lavori di ristrutturazione, erano presenti sulla parete rivolta a Sud due orologi solari: il quadrante di sinistra segnava le ore italiche, quello di destra le ore francesi.
Bibliografia
- Guidi, Guido, Le chiese di Torino danneggiate dalla guerra, in «Torino. Rivista mensile municipale», A. XXV, n. 8, agosto, 1949, Torino, pp. 9-15 Vai al testo digitalizzato
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 319 Vai alla pagina digitalizzata
- Tamburini, Luciano, Le chiese di Torino: dal Rinascimento al Barocco, Edizioni Angolo Manzoni, Torino 2002
- Giraudo, Aldo - Biancardi, Giuseppe, Qui è vissuto Don Bosco. Itinerari storico-geografici e spirituali, Elledici, Leumann 2004
Sitografia
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 119, cart. 3, fasc. 8, n. ord. 6
Fototeca
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Ente Responsabile
- Associazione Volarte
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà