Locali storici: Gioiellerie e Oreficerie
Si contano oggi poche sopravvivenze ottocentesche di questa tipologia, botteghe importanti e raffinate dal tipico aspetto di salotto confortevole e ovattato, separato dal traffico della strada.
Nota alla tipologia storica *
I gioiellieri, gli orefici, gli argentieri e gli orologiai svolgevano professioni ben distinte con competenze specifiche che spesso però convivevano, con modalità differenti, nelle botteghe, tanto che nelle guide commerciali ottocentesche sono spesso raggruppate nelle stessa categoria.
Lo spazio per la vendita è molto curato, essendo rivolto a una clientela esigente e raffinata: mobili pregiati, tessuti d'arredamento, ambienti separati e accoglienti dove è possibile scegliere i modelli nella riservatezza.
Gli arredi richiamano i salotti e vengono commissionati ed eseguiti dagli stessi artigiani. Il banco è in legno, ricoperto da panno morbido o da pelle; vicino a esso si trovano le cassettiere blindate e le casseforti. Completano l'arredo tavolini, poltrone, vetrinette e mobili per l'esposizione dei prodotti.
I laboratori dei gioiellieri, ampi e luminosi, sono spesso collocati al piano superiore o affiancati ai locali per la vendita. Quando orefici e orologiai rivendono prodotti fabbricati altrove, gli spazi di servizio sono necessariamente più ridotti.
L'ingresso riflette l'importanza della bottega: le più prestigiose hanno devantures raffinate progettate e realizzate come l'arredo interno; le insegne e le targhe degli orefici e degli orologiai pubblicizzano, oltre al proprio nome, il ruolo di fornitore della Real Casa, quando siano riusciti ad ottenerne la patente.
Note
* Testo per l'edizione dell'Archivio Storico della Città di Torino, 2006, Negozi e locali, cit. in Biblografia, p. 133.
Bibliografia
- Festa, Stefania - Ruffino, Maria Paola, Orologerie, gioiellerie, oreficerie, in Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001, pp. 141-143
- Negozi e locali storici di Torino, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2006 , pp. 133- 141
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- MuseoTorino, 2017