Docce a scuola e igiene scolastica
Negli ultimi anni dell’Ottocento, in seguito alle riflessioni circa la questione igienica, le scuole iniziano a essere dotate di docce, costruite al piano terreno e destinate agli alunni.
Per volontà di Giacinto Pacchiotti, chirurgo anatomopatologo e promotore della scienza igienica, nel 1889 viene edificata, seguendo le più moderne norme igieniche, la scuola a lui intitolata, in via Bertola. Oltre al ricircolo dell’aria, ai sistemi di riscaldamento e di acqua corrente nelle latrine, la Pacchiotti è la prima scuola torinese a disporre di docce sotterranee.
Sul suo esempio, moltissime altre scuole dispongono lavori di ammodernamento, spesso richiesti dai genitori stessi, per installare le docce. Nel 1914 la scuola Muratori viene ampliata e dotata di un locale docce simile a quello della Pacchiotti; l’anno successivo, l’ampliamento della scuola Manzoni prevede la creazione di docce al piano terra. Alla scuola Rignon nel 1923 il Comitato dei Padri di Famiglia chiede la realizzazione di docce nel sotterraneo. Sono dotate di docce anche le scuole Fontana, Gozzi, e Abba anche se alcune di queste, come nel caso della Gabelli, non dispongono di acqua calda fino al 1940. Le docce diventano simbolo di igiene scolastica e di edilizia avanzata e quindi, anche quando negli anni Cinquanta viene ricostruita la Carducci, si insiste sul suo essere “la più moderna elementare d’Europa” non solo per le sue lezioni in terrazza, ma anche per la presenza di moderne docce per gli alunni.
Descritte anche da Edmondo De Amicis e simbolo di una Italia attenta alla salute dei suoi giovani, a volte anche in maniera populista (alla scuola Rignon, Maria José vestita da Crocerossina si lascia fotografare mentre accompagna i bambini alla doccia), le docce venivano spesso somministrate sotto l’assistenza dei medici. In effetti, a Torino, l’igiene scolastica era garantita, in particolare negli anni di preparazione e poi con l’avvento del fascismo, da 4 medici scolastici per le scuole pubbliche e private torinesi, coadiuvati da un oculista e una assistente, un medico specializzato per le scuole all’aperto a Loano, un dermatologo, psichiatri per le scuole per anormali.
Alle visite mediche per l’ammissione alle scuole, nel solo anno scolastico 1922-1923 gli alunni esclusi poiché affetti da malattie infettive sono 1679, cui si sommano i 500 esclusi in quanto conviventi di malati. Accanto a ciò, la città offre un servizio di cura della carie dentaria, con cinque ambulatori odontoiatrici sussidiati dal Comune per le cure degli alunni che ricevevano apposita tessera per usufruire della visita gratuita. La scuola si fa carico anche della prevenzione di adenoidismo e tracoma e della lotta alla tubercolosi con la somministrazione, agli alunni segnalati, di olio di fegato di merluzzo e sciroppo di protoioduro di ferro.
Bibliografia
- Vincenzo De Giaxa, Igiene della scuola: malattie della scuola, edificio scolastico, arredi della scuola, igiene pedagogica, sorveglianza igienica delle scuola, Hoepli, Milano 1880
- Luigi Simonetta, La scuola di perfezionamento nell'igiene pubblica, L. Roux, Torino 1889
- Anacleto Ghione, Igiene della scuola, Tip. e libreria Salesiana, Torino 1897
- Daprà, Mario, La Fondazione dell’edilizia scolastica in Italia, contributo per un’analisi storica. Parte III, [s.n., s.l., 1987?]
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- Fondazione Tancredi di Barolo