Lo sciopero del pane dell’agosto 1917
Le difficoltà economiche createsi dopo i primi due anni di guerra portano gli operai torinesi a indire agitazioni e scioperi. Nell’agosto 1917 il pane manca in quasi tutta la città: dai quartieri operai una rivolta spontanea unisce motivazioni economiche a rivendicazioni politiche, su tutte la fine della guerra.
1. La condizione degli operai durante la Prima Guerra Mondiale
Dopo i primi due anni di guerra, le condizioni economiche dei lavoratori torinesi appaiono piuttosto delicate: se nel 1914, una famiglia di cinque persone spende per nutrirsi 20 lire e 84 centesimi, tre anni più tardi, per supplire alle stesse necessità, “servono 39 lire e 50 centesimi”(1). La crescente inflazione erode i salari, specialmente quelli dei nuclei familiari a reddito fisso. Alle difficoltà economiche si uniscono quelle legate all’approvvigionamento alimentare: la paralisi dei trasporti e il divieto di esportazione di cereali da una provincia all’altra del Regno d’Italia, provocano “penuria di farina e insufficiente panificazione in città”(2). La situazione determina vivo malcontento nella classe operaia, che fin dal 1916 è protagonista di agitazioni nelle quali rivendicazioni economiche come l’aumento dei salari, si uniscono a quelle di natura politica, prima tra tutte la fine della guerra. A guidare le proteste ci sono le donne: operaie dei cotonifici, dell’Arsenale Militare, dei calzaturifici e, soprattutto, le tabacchine della Manifattura Tabacchi. Nel 1917 la situazione precipita: aumentano i prezzi dei generi di prima necessità, il pane viene tesserato, stabilendo in 300 grammi la razione giornaliera procapite e diventa sempre più frequente la mancata consegna di farina per la panificazione, portando buona parte dei panifici cittadini a restare senza pane. In città la tensione sociale aumenta, raggiungendo livelli tali da spingere il prefetto a richiedere, senza successo, al governo di Roma l’applicazione del codice militare di guerra, dichiarando Torino e la sua provincia Zona di guerra.
2. Lo sciopero del pane
Il 21 agosto 1917 le scorte di farina sono esaurite, e il giorno seguente quasi tutte le panetterie di Torino sono senza pane. E’ la scintilla che fa scattare la rivolta. Una protesta sviluppatasi spontaneamente, senza la guida della Camera del Lavoro e del Partito socialista, che ha il proprio epicentro nei quartieri operai, le barriere, teatri di aspri scontri tra i dimostranti e la forza pubblica. Il mattino del 23 agosto è indetto uno sciopero generale al quale aderisce un’alta percentuale di lavoratori. Il Consiglio comunale risponde passando il potere nelle mani dei militari, chiamati a fronteggiare una situazione esplosiva, soprattutto nei quartieri periferici. Qui, dopo aver eretto vere e proprie barricate, i dimostranti, guidati da cortei di donne, saccheggiano negozi, caserme e, in Barriera di Milano, la Chiesa della pace, asportando dalla cantina del parroco “il vino e le provviste contenute che furono distribuite alla folla”(3). Il 24 agosto, la giornata più sanguinosa, i dimostranti cercano di rompere l’assedio posto dalle truppe governative in Barriera di Milano e in Borgo San Paolo, principali focolai di rivolta. La sera esercito e forza pubblica sferrano una dura controffensiva, spazzano via le barricate e sedano nel sangue la rivolta. Il 25 e il 26 agosto in vari stabilimenti cittadini si verificano ancora alcuni scioperi, che cessano il 28 agosto, quando le autorità annunciano che “l’ordine regna a Torino”. Alle giornate di lotta segue una scia repressiva che porta all’arresto di molti operai e all’invio al fronte di quelli esonerati perché addetti alla produzione bellica.
Note
1. Cronache Torinesi, in «L’Avanti!», 16 marzo 1917
2. Angelo Castrovilli, Carmelo Seminara, Storia della Barriera di Milano. 1852-1945, Officina della Memoria, Torino, 2004, p. 94
3. Paolo Spriano, Torino operaia nella grande guerra 1914-1918, Einaudi, Torino 1960, p. 240
Bibliografia
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- Monticone, Alberto, Il socialismo torinese ed i fatti dell’agosto 1917, in «Rassegna storica del Risorgimento», A. XLV, n. 1, gennaio-marzo, 1958, Roma, pp. 57-96 Vai al testo digitalizzato
- Avigdor, Ezio, Il movimento operaio torinese durante la prima guerra mondiale, in Caracciolo, Alberto - Scalia, Gianni (a cura di), La citta futura: saggi sulla figura e il pensiero di Antonio Gramsci, Feltrinelli, Milano 1959, pp. 39-90
- Spriano, Paolo, Torino operaia nella Grande Guerra 1914-1918, G. Einaudi, Torino 1960
- Spriano, Paolo, Storia di Torino operaia e socialista. Da De Amicis a Gramsci, G. Einaudi, Torino 1972
- Carcano, Giancarlo, Cronaca di una rivolta: i moti torinesi del ‘17, Stampatori NuovaSocietà, Torino 1977
- Guidetti Serra, Bianca (a cura di), Compagne. Testimonianze di partecipazione politica femminile, G. Einaudi, Torino 1977
- Del Carria, Renzo, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, Savelli, Roma 1977
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- Castrovilli, Angelo - Seminara, Carmelo, Storia della Barriera di Milano: 1852-1945, Associazione culturale Officina della memoria, Torino 2004 Vai al testo digitalizzato
- Novelli, Diego, Il pane e la guerra. E Torino si ribellò, in «L'Unità», 22 agosto, 2007, Milano, p. 22 Vai al testo digitalizzato
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