Carlo Emanuele II (Torino 1634 - 1675)
Figlio di Vittorio Amedeo I, duca di Savoia dal 1638 esercitò il potere solo alla morte della madre Cristina (1663) riorganizzando i suoi stati, prostrati da molte guerre, e favorendone la ripresa economica. Abbellì Torino di grandiosi edifici.
Carlo Emanuele II (1634-75) prese effettivamente il potere nel 1663, alla morte della madre Cristina, quando aveva quasi 30 anni, trovando uno Stato quasi dipendente dalla Francia, economicamente provato e diviso tra le fazioni filofrancese e filospagnola. In politica estera cercò di riprendere le iniziative espansionistiche, ma al tentativo di impadronirsi di Ginevra s’oppose Parigi e nel 1672 fallì la conquista di Genova.
Maggiori successi ebbe in politica interna, rafforzando il potere ducale e rilanciando l’economia, i commerci e le manifatture. Riformò l’esercito, plasmò una nuova classe di funzionari, scegliendoli fra gli imprenditori emergenti cui concesse, venalmente, titoli nobiliari, limitando così l’importanza delle antiche famiglie aristocratiche.
La sua volontà d’affermare il proprio potere rese talora difficili i rapporti con il Municipio, ma i suoi interventi in città lasciarono tracce profonde, sia in ambito organizzativo/legislativo sia urbanistico, con la decisione d’ampliare Torino verso Po, iniziando a darle la forma di «mandorla» che l’avrebbe contraddistinta sino al XIX sec., e per l’impulso dato alla realizzazione delle residenze extraurbane della «corona di delizie».
Collezionista raffinato, favorì la presenza di prestigiosi artisti nella capitale.
Bibliografia
- Rosso, Claudio, Il Seicento, in Melin, Pierpaolo [et al.] (a cura di), Il Piemonte sabaudo. Stato e territori in età moderna, Utet, Torino 1994, pp. 173-276
- Claudio Rosso, Uomini e poteri nella Torino barocca (1630-1675), in Giuseppe Ricuperati (a cura di), Storia di Torino, IV, La città tra crisi e ripresa (1630-1730), Einaudi, Torino 2002, pp. 3-195