Edifici per l’assistenza militare
Un importante aspetto della presenza militare sul territorio cittadino è strettamente connesso con le opere dedicate alla sanità, secondo un progetto organizzativo che nasce già con Carlo Alberto e si concretizza con la costruzione dell’ospedale Alessandro Riberi nel Novecento.
La decisione di trasferire la sanità militare dall’ormai vetusta sede nei pressi dell’Accademia Albertina. alimenta un vivace dibattito che si sviluppa tra la metà dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento.
Nel 1844 il Re Carlo Alberto fa bandire un concorso per il progetto di un ospedale militare da realizzarsi in un’area prossima al Valentino e da questa prima ipotesi ha inizio un serrato dibattito per scegliere l’ubicazione della futura struttura ospedaliera tra il Valentino e la zona di Porta Susa.
Tale progetto non giunge a conclusione, per cui l’amministrazione opta per l’adeguamento e l’ampliamento dell’antico convento di Santa Croce. Quest’ultimo rimane dunque attivo fino ai primi anni del Novecento, quando , nel 1904, si stipula la convenzione tra l’Amministrazione della Guerra e il Municipio di Torino che prevede la costruzione di un ospedale militare divisionale nella zona della nuova piazza d’armi.
L’attenzione, fin dal periodo pre-unitario, con cui si procede nel programmare e realizzare interventi di edilizia militare, non trascura nessun particolare, includendo la pianificazione di strutture a uso medico assistenziale che vengono costantemente aggiornate in base alle necessità e ai progressi in campo sanitario.
Tale processo è indice della ferma volontà di diffondere ogni aspetto dell’istituzione militare nel tessuto torinese, secondo uno schema che tende a fare di Torino un modello esemplare a livello nazionale.
Bibliografia
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Ente Responsabile
- CeSRAMP - Centro Studi e Ricerche storiche sull’Architettura Militare in Piemonte