Dipinto in via del Carmine
Sul tratto di muro tra i portoni d’ingresso al 6 e 8 del palazzo sito in via del Carmine, un dipinto con la Madonna col Bambino e due santi, ricorda il passaggio della carretta dei condannati a morte e l’opera di pietà di Giuseppe Cafasso (1811-1860).
Il palazzo al n. 8 di via del Carmine appartiene al terzo ingrandimento della città (1714), realizzato da Filippo Juvarra (1678-1736). La via è l’asse che collega la struttura della città antica con la nuova espansione urbana, prende il nome dalla chiesa del Carmine, innalzata nel 1732 dai padri Carmelitani su disegno di Juvarra. Poco oltre la chiesa, sul tratto di muro tra i portoni di ingresso al n 6 e al n 8 è ancora visibile un dipinto che rappresenta la Madonna col Bambino e due santi. L’autore è ignoto, ma il dipinto ricorda la conversione di un condannato a morte. L’esecuzione della condanna a morte era uno spettacolo pubblico, la gente accorreva per assistere al passaggio del lugubre corteo formato da militari armati e dalla Confraternita della Misericordia che scortava un carretto fornito di due panche su cui stavano il condannato, il prete confessore, il sindaco della Misericordia con altri confratelli “confortatori”. Dopo il 1852 la benedizione al condannato veniva impartita alla chiesa del Carmine, quindi il corteo percorreva l’omonima via per raggiungere il "Rondò dla forca" in corso Valdocco. Il dipinto al n. 8 ricorda l’episodio noto come “la conversione di Carlo Demichelis assassino della suocera”, che aveva rifiutato i conforti religiosi, ma quando si trovò a passare in via del Carmine, alzati gli occhi verso la Madonna, si convertì e chiese di essere confessato prima di morire.
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