Prima della colonia romana
I secoli II e I a.C. furono tempo di «autoromanizzazione» da parte dei Taurini, i quali iniziarono a darsi una forma statuale organizzata e strinsero patti con Roma.
Tra II e I secolo a.C. le popolazioni padane, tra cui i Taurini, strinsero rapporti d’alleanza con Roma, che non consentirono loro l’accesso alla cittadinanza, ma evitarono che subissero attacchi e deportazioni. Ridotte furono le sacche di opposizione.
I Taurini non ebbero un ruolo rilevante nella storia del periodo, tuttavia si trasformarono in una comunità sempre più stanziale e iniziarono ad avere una propria organizzazione con una struttura sociale piramidale, in cui le élites cessarono d’essere eminentemente guerriere, trasferendo sulla proprietà della terra il loro potere. Si sviluppò in'economia di scambio e s’iniziò pure a battere moneta, anche se il mercato era ancora circoscritto e il territorio restava escluso dai maggiori assi di comunicazione e commerciali. Una parte – pur ridotta – della popolazione doveva essere alfabetizzata.
Per la fedeltà a Roma mostrata dai Transpadani nella guerra contro gli Italici, nell’89 a.C., Pompeo Strabone concesse – a tutti o a parte dei cittadini – una forma limitata di cittadinanza (la latinitas), che solo per i magistrati eletti delle comunità diveniva cittadinanza piena (civitas). Fu riconosciuto il diritto delle comunità di eleggere i propri governanti e venne avviata la centuriazione agraria. Il processo d’avvicinamento al mondo romano portò anche alla diffusione del latino; sono pervenute numerose iscrizioni di questo periodo.