Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Istituto Santa Maria, già Vigna d'Anzena

La vigna appartenne ai marchesi d'Angennes, giunti a Torino dalla Francia nel '600.


Lat: 45.0646379 Long: 7.715807799999999

Costruzione: XVII Sec. (1600-1699)

Variazione: XIX Sec. (1800-1899)
modificazioni nella prima metà dell' Ottocento

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  • giardino | istituto religioso

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  • giardini | vigna

La famiglia d'Angennes fu un'importante famiglia torinese che fondò il teatro d'Angennes e poi Gianduja nell'area della città che portava il loro nome e dove si trovava il loro palazzo. In questo teatro nel 1821 nacquero i primi moti rivoluzionari che portarono nel 1848 alla concessione dello Statuto Albertino.
La vigna venne ritratta in un quadro dal pittore Carlo Bossoli su commissione della famiglia inglese Enfrey, che si era innamorata della vigna torinese e dove villeggiò per alcuni anni.

Il conte Giuseppe Eugenio Reminac d'Angennes, d'antica nobiltà francese, giunse a Torino nella seconda metà del '600 e si inserì con facilità nella corte della seconda Madama Reale. Suo figlio Carlo Eugenio è documentato come proprietario della vigna nel 1750. Suo figlio, Carlo Luigi, che erroneamente Grossi chiama Pietro Luigi, fu colui che restaurò il teatro in Torino affidandone i lavori all'architetto Pregliasco, e forse il denaro ricavato dalla vendita della vigna nel 1820 a Michelangelo Bertini servì a finanziarne i lavori.

Dal 1832 al 1854 la proprietà passò al cavalier Tecco che demolì l'edificio e lo rifece in stile neoclassico con pronao a grandi colonne e vasto timpano. Nel 1876 venne acquistata da Maria Clarac, una suora di carità francese, che la destinò a sede per la comunità religiosa intitolata a Santa Maria, da lei fondata.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
ISTITUTO S. MARIA, GIÀ VIGNA D'ANZENA
Piazza Toselli 4

Vigna, ora Istituto Religioso del Buon Consiglio.
Edificio di valore ambientale in quanto concorre alla definizione paesaggistica del poggio di Villa Rey.
L'edificio è documentato dal Grossi come , vigna [...] del Marchese d'Angennes [...] vi sono comodi, e civili appartamenti con la sua cappella... Era preesistente al 1750. Nel 1820 fu venduto ai Bertini e nel 1832 fu demolita e ricostruita dal Cavaliere Tecco in stile Neoclassico. Nel 1876 tu acquistata da Maria Clarac che vi fondò una congregazione rcligiosa.

A. GROSSI, 1791, pp. 9-10; PLAN GEOMÉTRIQUE [...]. 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXIII; E. GRIBAUDI ROSSI. 1975, pp. 246-249.
Tavola: 51

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