Villa Novara, già Vigna Ferretti
L'edificio per le sue caratteristiche architettoniche è di origine seicentesca. Parte dell'edificio venne in seguito occupato dal nido d'infanzia “Principessa Laetitia”.
Nel 1706 apparteneva alla famiglia Falcombelli, molto nota nel'600 e a cui appartenne Margherita, mogliedel senatore Peracchio, che nel 1684 fondò in Torino un ritiro per giovani donne chiamate “peracchine”.
Il Marchese Giuseppe Maffei sposò nel 1765 Rosa Falcombello e così la vigna passò ai marchesi Maffei. Un suo antenato, Annibale Maffei, rappresentò Vittorio Amedeo II al congresso di Utrecht nel 1713 e fu nominato viceré di Sicilia.
Il Grossi la chiama il Maffei e l'assegna al banchiere Ferretti che l'aveva acquistata probabilmente da Giuseppe Maffei.
All'inizio dell'800 la vigna passò alla famiglia Callery che la mantenne fino al 1845. Nel 1858 fu acquistata dal celebre giurista Matteo Pescatore i cui figli e nipoti conservarono la vigna fino al 1907.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA NOVARA, GIÀ VIGNA FERRETTI
Strada Comunale dei Calleri 4
Vigna.
Segnalazione di edificio con elementi di significato culturale e documentario. Il complesso concorre alla definizione del versante Nord, lungo il Rio di Reaglie.
Il Grossi la ricorda come «vigna del Sig. Banchiere Ferretti». Il complesso, di impianto settecentesco, è costituito dall'aggregazione di numerosi edifici civili e rustici che nella mappa napoleonica sono raffigurati con impianto articolato. Nella prima metà dell'Ottocento vengono costruiti dei rustici nella zona del preesistente giardino a sud, ora disposto verso il Rio.
A. GROSSI, 1791, p. 99; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXIV; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975. pp. 210-211.
Tavola: 52
