Piazza della Repubblica, detta Porta Palazzo, già Piazza Emanuele Filiberto
Uno dei poli di espansione urbana della prima metà dell'Ottocento, piazza Emanuele Filiberto si sviluppò tra la porta settentrionale della città e il borgo del Balôn esterno alle mura, assumendo presto la sua fisionomia di grande mercato cittadino.
Con lo smantellamento delle fortificazioni urbane operato durante il periodo dell'occupazione francese, venne portato a compimento un progetto di più ampio respiro riguardante la ridefinizione dell'ingresso settentrionale della città. Il nuovo assetto ideato per l'espansione dell'area di Porta Palazzo prevedeva un grande piazzale alberato in cui si sarebbero incrociati i nuovi viali periferici (l'attuale corso Regina Margherita) sorti sul tracciato delle mura abbattute, con il prolungamento dell'asse di via Milano fino a giungere alla Dora (per l'attraversamento della quale si stava progettando quello che diventerà il ponte Mosca). Seguendo una vocazione ad ospitare mercati già emersa nel corso del Settecento e in linea con la pianificazione dell'epoca francese, tra 1825 e 1830 vennero progettati gli avanzamenti degli isolati e le maniche della parte meridionale della piazza, dove furono in un primo tempo localizzate le macellerie e le ghiacciaie. Nel 1837, dopo circa quindici anni di lavori, vennero completati gli edifici che delimitavano la piazza, che acquistò definitivamente la funzione di elemento di raccordo tra la città fortificata in espansione e l'abitato del borgo del Pallone (Balôn), nucleo proto-industriale sviluppatosi in prossimità della Dora e dei canali, fonti di forza motrice.
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