Cascina Tetti Basse di Dora
Sorta come cascina tra quattro e cinquecento e sita in Borgata Parella, assume il toponimo “Tetti Basse di Dora” solo dopo il 1762. Nel corso dei secoli ha acquisito le caratteristiche di una piccola borgata caratterizzata da diversi fabbricati rurali.
Denominata “Cascina de Lioneti” nel Tippo del Rossignolo del 1580, la cascina è rappresentata con un unico corpo di fabbrica a due piani: stalla e cucina al piano terra, fienile e camera al piano superiore.
È possibile ipotizzare che l’edificazione della grangia sia avvenuta nel XV secolo, in quanto nel 1436, nell’area denominata “ad Combas”, Michele de Lionetto possedeva già dei terreni. I Tetti della Bassa nella Carta topografica della caccia del 1762 risultano composti da un corpo di fabbrica con impianto planimetrico ad “L” contornato da altri edifici isolati.
Nel 1790 il Grossi rileva questi edifici come una cassina a corte chiusa e una serie di tetti nelle vicinanze e li censisce così: “La Bassa, casali situati alla destra della strada di Colegno vicini alla Dora, lungi due miglia e mezzo da Torino”. Il paesaggio intorno ai fabbricati della Bassa e delle vicine cascine Mineur, Pellerina e Pollone era caratterizzato da campi e prati, dal corso del fiume Dora e di piccole bealere.
Nelle mappe del Catasto particellare Gatti del 1820 si registrano molteplici variazioni planimetriche con l’edificazione di nuovi corpi di fabbrica. In quel periodo la proprietà è ascritta al signor Ignazio Beria ed è composta da una casa civile, una casa rustica, casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli), stalle e fienili, stagno, giardino, prati e campi.
Altri ampliamenti planimetrici sono rilevato dal Catasto Rabbini del 1866 quando viene inserito un nuovo corpo di fabbrica fra il complesso dei tetti e quello della cascina. Proprio il Rabbini indica il complesso come “Borgata delle Basse di Dora”.
L’impianto attuale è quello di una borgata alla quale si sono aggiunti altri edifici nella seconda metà del XX secolo, come risulta dalla Carta I.G.M. del 1974 che denomina il complesso “Cascina Marchino”, da Luigi Marchino che ne diviene proprietario nel 1912.
Attualmente il complesso, in buono stato di conservazione, è utilizzato ad uso residenziale. La proprietà è privata.
L’edificio centrale è caratterizzato dall’abbaino con orologio e dall’orto protetto da un muro di cinta; lungo la strada che lo costeggia si trova il pilone votivo dedicato alla Madonna, Regina della Pace.
Bibliografia
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- Ronchetta, Chiara - Palmucci Quaglino, Laura (a cura di), Cascine a Torino: “La più bella prospettiva d’Europa per l’occhio di un coltivatore”, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, Torino 1996 , p. 164
- Arcà, Andrea (a cura di), Cascine in città: i territori rurali di Borgata Parella, Città di Torino, Torino 2009 , p. 69
Fonti Archivistiche
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- Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
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- Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11
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