Scheda: Tema - Tipo: Arti

Opere di Leonardo Bistolfi (parte prima)

In questa pagina dedicata a Leonardo Bistolfi sono state riunite una selezione di fotografie di Corrado Ricci, autografate dallo scultore, che ritraggono alcune delle sue più significative opere monumentali. Ricci (1858-1934) fu amico e collega di Bistolfi in Senato, primo legislatore del patrimonio artistico, archeologico e storico d’Italia. A lui si devono le prime tecniche di conservazione delle opere d’arte tramite la fotografia e l’allestimento di un importante archivio storico fotografico. Lo stampatore delle fotografie è Paolo Carlevaris di Torino, figlio di illustri stampatori dell’epoca (eliografie Carlevaris), il cui timbro è riconoscibile sul fronte della foto n. 1 dell’opera dedicata a Segantini, in basso a destra vicino all’autografo di Bistolfi.


Periodo di riferimento: 1859 - 1933

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  • Scultura | Fotografia | Arte | Simbolismo

1. La Bellezza che scaturisce dalla Montagna - Monumento a Giovanni Segantini

L’opera del grande scultore casalese, in marmo bianco di Carrara, anche conosciuta come “La Bellezza liberata dalla Materia” o “L’alpe” (1899-1906), è un monumento funebre dedicato all’amico pittore Giovanni Segantini, ora collocato presso il viale d’ingresso al Museo Segantini a Saint Moritz, in Svizzera. L’incarico per la realizzazione venne affidato all’artista da un comitato presieduto da Ugo Ojetti dopo la data di morte del Segantini (1899). L’artista realizzò diversi modelli preparatori, in gesso e marmo, fino al compimento dell’opera nel 1906: gli studiosi hanno accertato e documentato ben 18 studi preparatori, modelli in gesso, studi della testa o del busto in marmo bianco di Carrara e cinque copie in bronzo tratte da modelli specifici, tutte opere collocabili cronologicamente tra il 1900 e il 1906, data, appunto, della consegna del monumento. (1)

La scultura raffigura una figura femminile nuda che emerge ‘per metà’ dal blocco marmoreo, simbolo della montagna – musa ispiratrice dell’arte del Segantini. Dalla fotografia di Corradini, autografata dallo scultore stesso, emerge la concezione “michelangiolesca” dell’opera: l’artista libera la bellezza, o più genericamente l’Arte, dal materiale grezzo, suo contenitore (2).  Il basamento di forma quadrata ospita su tre lati, anteriore, sinistro e destro, tre bassorilievi senza cornici o divisori. Nel basamento sinistro Bistolfi replica in marmo il dipinto di Segantini, “la Natura”, una delle opere del “Trittico della Natura”, a cui il pittore stava lavorando poco prima della sua morte (3).

Del monumento esiste una copia che l’artista donò alla Galleria d’Arte Moderna di Roma (1915) posizionata nell’atrio d’ingresso, oltre alla copia in gesso rinvenuta nella casa appartenuta al celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini. Recenti approfondimenti storici hanno portato alla scoperta una terza riproduzione acquisita nel 1918 dal collezionista d’arte Kojiro Matsukata e inviata a Tokyo, in Giappone, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Una quarta copia si troverebbe al Museo Provincial de Bellas Artes a Santa Fe, in Argentina. Sono presenti alcuni bozzetti in marmo, gesso e bronzo, che dimostrano lo studio preparatorio per l’opera e conservati presso la Gipsoteca Leonardo Bistolfi di Casale Monferrato. (3)

 

 

2. Monumento a Luigi Rey

La fotografia di Corradini ritrae un particolare dell’opera in questione, il “Monumento a Luigi Rey” collocato a Vinovo davanti all’omonima ex scuola.

Nel basamento della scultura sono raffigurate due figure infantili impegnate nella lettura di un cartaceo. La metafora dell’apprendimento e della cultura è ancora più evidente se si osserva il basamento (non riprodotto nella fotografia del Corrado Ricci) dove vengono raffigurati due bimbi che apprendono dall’”albero della cultura” (4).

 

 

3. La Purificazione - Cappella Funeraria “Hierschel De Minerbi”

Collocata all’interno della celebre Cappella Funeraria “Hierschel De Minerbi” a Belgirate, questo gruppo scultoreo, realizzato fra il 1902 e il 1903, detto “La Purificazione”, inscena una «trasmutazione dell’anima di una fanciulla defunta nel grembo pulsante della Natura» (5). La scultura, infatti, è collocata come al centro di una fioritura che continua e si inerpica sino alla parte alta dell’opera. Con grande sapienza simbolistica, il Bistolfi intende far metafora del rientro nel ciclo della vita e della Natura della creatura perduta: l’opera è il simbolo di una rinascita vitalistica cosmica (3).

 

 

4. Medaglia per Antonio Fradeletto

Sul finire dell’Ottocento e gli inizi del Novecento Leonardo Bistolfi si concentrò nella realizzazione di ritratti di personaggi illustri tra cui Vittorio Emanuele II, Umberto I e Edmondo De Amicis (6). La medaglia per Antonio Fradeletto, noto personaggio della politica italiana durante il Governo di Vittorio Emanuele Orlando, è un bassorilievo in bronzo che raffigura l’autorevole volto di profilo del politico. Si tratta di un’opera realizzata nel 1905 in onore di Antonio Fradeletto in cui emerge sul retro della medaglia lo stile  tipicamente simbolista di Leonardo Bistolfi, la cui figura femminile in primo piano, dai lineamenti morbidi e sensuali, rimanda a una visione spirituale della scena (7).

 

 

5. Il Terzetto

Statuetta in bronzo realizzata nel 1889 ed è una delle prove più significative del periodo cosiddetto “scapigliato” di Leonardo Bistolfi. Il bronzetto rappresenta un giovane impegnato a sorreggere due infanti che stanno litigando animatamente per una mela. I loro movimenti sono molto vivaci rendendo difficile al giovane il compito di sostenerli, ritrovandosi addirittura una manina in bocca. L’opera richiama in modo esplicito alla Rissa di Ettore Ximenes (8) dove due ragazzi litigano per una pallina, opera premiata all’Esposizione di Parigi del 1878 e certamente nota al Bistolfi .

Come spiega l’artista Armando Audoli, il Terzetto mostra influssi derivanti dalla Scapigliatura lombarda ma anche una chiara influenza dal verismo di area meridionale, in particolare dalla scultura napoletana.

L’opera originale è entrata a far parte del Museo di Arti decorative Accorsi-Ometto di Torino nel 2009, grazie ad una donazione privata (9). Alcune copie del bronzetto sono acquistabili sul mercato antiquario.

 

6. L’Olocausto - Monumento funerario Crovetto

L’opera, presentata come gesso alla Biennale nel 1905, venne realizzata dallo scultore fra il 1900 e il 1904 come monumento funebre per la tomba Crovetto, al cimitero del Buceo di Montevideo. Nella scultura due angeli affiancano dolcemente una giovane donna, ritratta in un simbolico atto di sacrificio. Anche in quest’opera i tratti e i richiami michelangioleschi emergono dal marmo di Carrara e compongono una visione estatica, onirica, impregnata di dolore: l’allegoria della morte (10).

 

 

7. La Resurrezione - Monumento funerario di Hermann Bauer

Prima opera di Leonardo Bistolfi collocata all’interno del cimitero Staglieno a Genova, nel settore protestante. È una scultura in marmo completata nel 1904 e venne realizzata come monumento funebre per il giovane Hermann Bauer. La scultura appartiene alla concezione simbolista della morte espressa secondo caratteri nuovi, inaugurando il tema della “Bella Morte” dove mistero e sensualità si mescolano fra loro (11).
La “Resurrezione” mostra, al centro, un giovane uomo (Hermann Bauer) morente, circondato da tre fanciulle contornate da fiori. La scena mostra il passaggio del giovane dalla vita alla morte secondo una rappresentazione simbolica, molto dolce. Le tre fanciulle lo accolgono tra le loro braccia amorevolmente; l’unione e la vicinanza delle quattro figure è tale da far pensare che si fondano in un tutt’uno.

La scultura è ancora oggi collocata all’interno del Cimitero Stagliero di Genova e nel 2014 è stata oggetto di ripulitura della superficie e di restauro (12). Un modello del monumento funebre è possibile ammirarlo all’interno della Gipsoteca di Casale Monferrato (13), paese natio dell’artista e a lui interamente dedicata.

Leonardo Bistolfi, fu un artista che influenzò significativamente la scultura a Genova e in Liguria, la sua attività e la sua partecipazione, per un periodo di oltre venti anni alle vicende culturali liguri hanno dato un sostanziale apporto al processo di adeguamento della scultura allo stile e ai contenuti della nuova arte (14). La Tomba Bauer e la Tomba Tito Orsini sono esempi della grande capacità scultorea di Bistolfi ricreando monumenti funebri carichi di simbolismo e di incomparabile bellezza.

 

 

Note

  1. Per specifici riferimenti cronologici consultare https://www.beni-culturali.eu/opere_d_arte/scheda/a-segantini--leonardo-bistolfi-casale-monferrato-alessandria-1859-la-loggia-torino-1933-12-00488704/149398 (u. c. 20/9/21).

  2. Ispirazioni a Michelangelo di Bistolfi da https://www.canalearte.tv/news/gli-artisti-e-le-opere-leonardo-bistolfi-la-bellezza-liberata-dalla-materia-1906/ (u. c. 20/9/21).

  3. Per le opere di Bistolfi in generale si veda Peri, M. Opere di Leonardo Bistolfi (1859/1933) nella Collezione d’Arte Francesco Paolo Ingrao, Cagliari. Scheda dell'opera in Berresford 1984, pp.79-82, p.227.

  4. Descrizione del monumento a Luigi Rey su https://www.comune.vinovo.to.it/it-it/vivere-il-comune/cultura (u. c. 20/9/21). Scheda dell'opera in Berresford 1984, p.253.

  5. Descrizione dell’opera in D’Agati, N., & Kinzel, S. (2016). Tra Oltralpe e Mediterraneo. Scheda dell'opera  in Berresford 1984, pp.78-79.

  6. Per Bistolfi e la ritrattistica consultare https://www.italialiberty.it/leonardobistolfi/ (u. c. 1/10/2021).

  7. Per la descrizione della moneta si veda Sant’Agostino Casa d’Aste, 099^ Asta Sant'Agostino: Asta di dipinti antichi e moderni, 2007, p. 302. Scheda dell'opera in Berresford 1984, p.286.

  8. Riferimente a Ximenes e alla Rissa di Ettore in S. Berresford (a cura di), “Bistolfi 1859-1933. Il percorso di uno scultore simbolista, catalogo della mostra, Casale Monferrato, Piemme, 1984.

  9. Sulla donazione dell’opera presso la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino https://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/ (u. c. 20/09/21). Scheda dell'opera in Berresford 1984, p.63.

  10. Per i dettagli storici e artisti dell’opera si veda Maiarelli, A., Monteverde, G., Scarselli, V., Lanza, V., & Comunali, A. A. G. E. (2012). Lo splendore della forma, pp. 182 - 186, in particolare n. 17. Scheda dell'opera in Berresford 1984, pp.87-89.

  11. Sulla concezione simbolista e il tema della “Bella Morte” si veda “Cimitero Monumentale di Staglieno arte scultorea a Genova tra il 1850 e il 1950”, M&R Comunicazione Genova, Edizione a cura del Comune di Genova, Ufficio Sviluppo e Promozione del Turismo, 2012, p.30.

  12. Per il restauro della scultura https://staglieno.com/leonardo-bistolfi-1859-1933/ (u. c. 21/09/2021).

  13. Sito di riferimento della Gipsoteca Bistolfi https://www.comune.casale-monferrato.al.it/gipsoteca-bistolfi (u. c. 21/09/2021). Scheda dell'opera in Berresford 1984, pp.92-93.

  14. Per le influenze della cultura ligure su Bistolfi http://www.staglieno.comune.genova.it/it/node/1256 (u. c. 21/09/2021).

 

 

Bibliografia

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