Cucina malati e poveri
L'edificio era destinato alla cucina e alla distribuzione di pasti per indigenti. Il fabbricato costituisce un esempio di architettura tardo eclettica, che vede il ricupero del gusto romantico nella transizione tra floreale e neo-barocco. Il progetto è di Giacomo Salvadori di Wiesenhoff e D. Ruffinoni del 1913. L'edificio fu bombardato nel 1943.
L'edificio, di due piani fuori terra, fu costruito nell'immediato primo anteguerra e fu destinato alla cucina e alla distribuzione di pasti per indigenti e malati. Il fabbricato costituisce un esempio di architettura tardo eclettica, che vede il ricupero del gusto romantico nella transizione tra floreale e neo-barocco. Il progetto è di Giacomo Salvadori di Wiesenhoff e D. Ruffinoni del 1913. L'edificio fu bombardato l'8 agosto 1943 da bombe incendiarie che produssero la distruzione del tetto e del basso fabbricato adibito a cucina su corso Palestro e il parziale sinistramento dell'appartamento del custode e di due saloni (quest'ultimo cagionato da spezzoni incendiari). Il tetto fu immediatamente ripristinato mentre il resto dell'edificio risulta nuovamente ricostruito nel 1948. L'isolato, fra le vie Bertola, Palestro, Perrone e Cernaia fu colpito da bombe incendiarie e causò il sinistramento di altri edifici ad uso abitazione.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
"CUCINA MALATI E POVERI"
Corso Palestro 11
Edificio per opere assistenziali.
Segnalazione di edificio di significato documentario, opera tardo eclettica, testimoniante un ricupero del gusto romantico nella transizione tra floreale e neo-barocco.
Progetto di Giacomo Salvadori di Wiesenhoff e D. Ruffinoni nell'immediato primo anteguerra.
"L'Architettura Italiana", 1915. n. 7.
Tavola: 41
Bibliografia
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 208, cart. 4, fasc. 38, n. ord. 3
Fototeca
Soggetti correlati
Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà