Primo sciopero generale cittadino (21-24 Febbraio 1902)

Iniziato come sciopero della Lega dei gasisti, si allarga rapidamente a tutte le industrie, diventando il primo sciopero generale cittadino. Si conclude tre giorni dopo con la firma di un lodo arbitrale.
Lo sciopero è la conseguenza di una serie di trattative infruttuose svoltesi nell’inverno del 1901-1902 fra la Lega dei gasisti e le principali aziende del settore. I gasisti chiedevano un orario di otto ore giornaliere, otto giorni di ferie retribuite all’anno e altre rivendicazioni salariali. Il 3 Febbraio del 1902 la Lega dei gasisti proclama lo sciopero, al quale gli imprenditori cercano di porre rimedio senza successo usando soldati e “crumiri”. Il malessere si diffonde, e il 21 Febbraio entrano in sciopero oltre 15.000 operai delle principali industrie torinesi. La Camera del lavoro proclama allora lo sciopero generale. Dopo alcuni giorni di scontri e tensioni con le forze di polizia, il 23 Febbraio il sindaco Severino Casana (1842-1912) propone un collegio arbitrale presieduto da egli stesso. Il 24 febbraio la Camera del lavoro pone fine allo sciopero, firmando un accordo che però non tiene conto delle rivendicazioni originarie degli operai. Soltanto un terzo degli operai accetta il compromesso rientrando subito in fabbrica e la maggior parte rimane in agitazione fino agli ultimi giorni del mese. Nei mesi successivi il numero di iscritti alla Camera cala drasticamente da quasi 5.500 lavoratori a soltanto 3.000.
Bibliografia
- Spriano, Paolo, Storia di Torino operaia e socialista. Da De Amicis a Gramsci, G. Einaudi, Torino 1972 , pp. 72-79
- Pier Paolo Bellomi, Lotte di classe, sindacalismo e riformismo a Torino, 1898-1910, in Aldo Agosti, Gian Mario Bravo (a cura di), Storia del movimento operaio, del socialismo e delle lotte sociali in Piemonte, Vol. II. L’età giolittiana, la guerra e il dopoguerra, De Donato, Bari 1979, pp. 43-137
Ente Responsabile
- ISMEL