Recupero del Lingotto
Un intervento di riqualificazione urbana paradigmatico nella Torino post-fordista. Nella celebre fabbrica Fiat si realizza una nuova porzione di città, con l’obiettivo di costituire una nuova centralità urbana.
Simbolo della stagione di dismissione delle aree industriali di Torino e della loro riconversione ad altri usi, il Lingotto chiude i battenti nel 1982. L’anno successivo Renzo Piano si aggiudica l’incarico per la riqualificazione dello stabilimento, dopo una consultazione internazionale conclusasi senza vincitori, con un progetto che trasforma il Lingotto in un polo multifunzionale di rilevanza urbana distribuito su 246.000 metri quadrati. Nelle Nuove Officine, l’edificio principale dell’impianto, a cinque piani con manica doppia e corti chiuse, trovano spazio distribuiti sui vari piani l’Auditorium e il Centro congressi (1993-1994), l’Hotel Le Meridien e il «Giardino delle meraviglie» (1993-1995), e un cinema multisala (1999-2002). All’estremità nord, la rampa restaurata nel 2002 dà accesso a una galleria commerciale, alla foresteria della Città (1999-2005), alla Clinica odontostomatologica dell’Università di Torino (1999-2002) e il centro per la formazione e la ricerca di Ingegneria dell’Autoveicolo del Politecnico di Torino (1999-2003). L’Officina di Smistamento, l’edificio a sud delle Nuove Officine, diventa spazio fieristico. La celebre pista di prova delle automobili in cima al Lingotto viene conservata, mentre su una delle tre maniche centrali perpendicolari al fronte su via Nizza Piano progetta e realizza la «Bolla», sala per riunioni vetrata sospesa a 40 m dal tetto, e l’Eliporto (1994). Si aggiunge nel 2002 lo «Scrigno», scatola metallica appoggiata sul tetto dell’edificio, destinata a conservare le opere della Pinacoteca «Giovanni e Marella Agnelli». Il Fabbricato Uffici lungo via Nizza, realizzato nel 1921-1922, nel 1998 torna a essere sede dell’amministrazione centrale della Fiat dopo il restauro curato da Roberto Gabetti e Aimaro Isola.
Sul fronte opposto del Lingotto, verso la ferrovia, un belvedere sospeso su spazi verdi si connette alla passerella realizzata in occasione dei Giochi olimpici invernali, che conduce agli ex Mercati generali.
Bibliografia
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