Pianta geometrica della reale città, e cittadella di Torino colla loro fortificazione (Galletti, 1790)
La carta raffigura con elevato dettaglio la città barocca, ancora circoscritta dalla cinta bastionata, dopo le importanti ristrutturazioni urbanistiche realizzate all’interno del nucleo antico nella seconda metà del Settecento, ed è significativa in quanto tra le ultime rappresentazioni di Torino in Antico Regime. E’ opera di Ignazio Amedeo Galletti.
La carta mostra la città di Torino a fine Settecento, ancora integralmente circoscritta dalle fortificazioni con la caratteristica forma “a mandorla”, prima che Napoleone ne ordinasse lo smantellamento.
L’elevato dettaglio della raffigurazione permette di cogliere con chiarezza le ristrutturazioni urbanistiche avviate dalla fine degli anni Venti del Settecento con intenti di razionalizzazione fisica e funzionale del vecchio nucleo medievale e per conferire a Torino un’immagine consona al nuovo ruolo di capitale del Regno di Sardegna, di fatto portate a termine solo negli anni Settanta del secolo, “quando il piano urbanistico si intersecò con una più vasta operazione economica di riassetto patrimoniale e fondiario” (Comoli Mandracci 1983, p. 72) e le esigenze abitative della popolazione cittadina in continua crescita si fecero sentire maggiormente.
Appaiono attuati i progetti di “dirizzamento” (cioè di rettifica) delle contrade di Porta Palazzo (attuale via Milano, dal 1729), di via Dora Grossa (odierna via Garibaldi, dal 1736) e di via e piazza Palazzo di Città (dal 1756). I luoghi e gli edifici maggiormente rappresentativi della città e del potere sovrano (piazze, porte urbane, palazzi) appaiono qui razionalmente e fisicamente collegati tra loro e soprattutto con il centro politico – rappresentativo della piazza Castello: è inoltre evidenziata la configurazione architettonica degli edifici religiosi, assistenziali e militari della città e la presenza di giardini all’interno delle varie “isole” (cioè isolati), di cui è sempre indicata la toponomastica.
L’importanza di questo documento cartografico è nota: non solo per la scarsità di elaborati grafici coevi di pari dettaglio (quelli ad esso equiparabili si collocano infatti entro gli anni Cinquanta del Settecento) ma anche, e soprattutto, alla luce delle trasformazioni che interesseranno la città in periodo napoleonico, rispetto a cui questa pianta costituisce un fondamentale termine di confronto.
L’immagine del territorio circostante la capitale in questi stessi anni è restituita con vivido dettaglio dalla Carta topografica della caccia (1760-1766 circa), che rappresenta il territorio riservato alle cacce reali dalla collina di Torino a Rivoli, da Carignano a Venaria Reale, con una precisa indicazione della struttura produttiva.
Bibliografia
- Comoli Mandracci, Vera, Torino, Laterza, Roma - Bari 1983
- Ludovica Braida , Editoria e circolazione del libro (1740-1792), in Giuseppe Ricuperati (a cura di), Storia di Torino, V, Dalla città razionale alla crisi dello Stato d’Antico Regime (1730-1798), Einaudi, Torino 2002, pp. 265-341 Vai al testo digitalizzato
- Lusso, Enrico, Ignazio Amedeo Galletti, Pianta geometrica della reale città, e cittadella di Torino colla loro fortificazione, in Castelnuovo, Enrico (a cura di), La Reggia di Venaria e i Savoia: arte, magnificenza e storia di una corte europea. Catalogo, Vol. II, U. Allemandi, Torino 2007, pp. 92-93, scheda 4.48
Fonti Archivistiche
- Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, 64.2.13
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- Mostra Torino: storia di una città