La carta archeologica disegnata da Alfredo d’Andrade, Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie. © Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie
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La carta archeologica
Carlo Promis, alla metà del XIX secolo, ricompose nella sua Pianta di Torino Romana i ritrovamenti archeologici conosciuti e i molti di cui era stato testimone: è il primo tentativo di redigere una carta archeologica della città. Promis aveva utilizzato come base una pianta militare del 1656. Nel 1887, con le comprensibili difficoltà dovute ai cambiamenti del tessuto edilizio, Alfredo d'Andrade impostò una mappa arricchita con tutte le nuove scoperte. La mappa di d'Andrade, pensata già in funzione della tutela, è rimasta, per oltre un secolo, lo strumento cartografico di base per l'archeologia urbana torinese.
A partire dagli anni Ottanta del Novecento, nel quadrilatero romano, si è avviato un vasto processo di recupero e restauro dell'edilizia storica e si sono susseguiti a ritmo incalzante gli scavi per autorimesse pubbliche e private; è dunque emersa, con forza sempre maggiore, l'esigenza di un aggiornamento della mappa. Il progetto è nato dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e il Geoportale del Comune di Torino; il risultato è una nuova versione della carta archeologica cioè una revisione della preziosa mappa di d'Andrade opportunamente georiferita, arricchita con i dati emersi dalle indagini più recenti, strettamente collegata alle schede di MuseoTorino. La carta è consultabile sotto forma di mapservices sul Geoportale del Comune di Torino, attraverso il Visualizzatore SIT, il webGis del Geoportale, nella categoria tematica "Beni vincolati - Siti protetti - Archeologici". Il posizionamento corretto, georiferito, di tutti i rinvenimenti archeologici presenti e passati nella stessa cartografia, che raccoglie tutti i dati urbani attuali e che viene tenuta in costante aggiornamento, è di grande utilità per la pianificazione territoriale, urbanistica ed edilizia. Il collegamento alle schede di MuseoTorino facilita un approfondimento sui diversi monumenti e sulle singole strutture ma soprattutto ricolloca idealmente molti reperti là dove sono stati trovati e, restituendo loro il contesto urbano, ne rende più esplicito e immediato il significato storico.
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Stele voluta da Iunetia Epigone
Le epigrafi recuperate demolendo il bastione della Consolata, costruito dai Francesi tra il 1536 e il 1542, e i vicini tratti della cinta di età romana erano probabilmente servite come materiale per riparazioni o rinforzi delle murature antiche.
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Rilievo funerario da via Parma 31
Il bel rilievo con due coniugi, in origine parte di un monumento funerario, emerso negli scavi per la costruzione di un nuovo fabbricato, è una ulteriore testimonianza dell’esistenza di una vasta area di necropoli sulla sponda sinistra della Dora.
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Domus romana di via Bonelli 11
Durante i lavori di ristrutturazione dell’isolato, nel 1993, sono venuti alla luce alcuni ambienti, in parte pavimentati a mosaico, di una dimora signorile (domus) di età romana.
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Tomba di via Verolengo 23
I corredi funerari delle migliaia di tombe delle necropoli torinesi sono giunti a noi in misura minima e quasi sempre smembrati. Tra i pochi ancora integri e identificabili è però quello di una tomba rinvenuta a Lucento.
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Tombe in borgata Cenisia
Cinque tombe a incinerazione vennero alla luce nel 1894 mentre si dissodava un terreno sulla sinistra dell’antica strada di Rivoli (oggi corso Francia), "a levante della polveriera della Tesoriera".
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Due tombe romane al Parco della Colletta
Due tombe vennero alla luce il 31 marzo 1914 dietro al cimitero monumentale, nel tratto di parco compreso tra la Dora, il Po e la Stura.
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Domus di piazza Castello 51
Durante i lavori di ristrutturazione dell’isolato, tra il 1995 e il 1996, sono venuti alla luce alcuni ambienti di una dimora (domus) di età romana.
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Edificio di via Barbaroux 32
Durante la ristrutturazione del palazzo che è oggi sede dell’Archivio Storico della Città di Torino sono venute alla luce le strutture dei diversi edifici che si sono sovrapposti nel corso di duemila anni di storia dell’isolato.
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Case di via Garibaldi 18
Un complesso residenziale di età romana è venuto alla luce, tra 1993 e 1995, durante i lavori di scavo preventivi alla realizzazione di autorimesse interrate nei cortili interni all’isolato.
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Tombe tra via Ancona e corso Palermo
“Dall’ingegner barone Giuseppe Manno ho avuto un avviso che sulla sinistra della Dora, in un terreno compreso nel piano d’ingrandimento della città, nel segnare il tracciato di future strade, erasi scoperta una mutilata lapide romana.”
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Stele funeraria, probabilmente reimpiegata, da corso Palermo
Una importante stele funeraria con ricca decorazione era forse riutilizzata come copertura di una sepoltura di epoca più tarda, secondo una pratica più volte riscontrata a Torino e altrove.
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Quattordici secoli di strade in uscita dalla città verso est
I lavori di risistemazione di Palazzo Madama, nel 1991, sono stati l’occasione per indagare una sequenza di strade sovrapposte durata quattordici secoli, dalla fondazione della colonia romana fino alla costruzione del castello di Filippo d’Acaja.
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Collettore fognario in piazza Castello
In piazza Castello, verso l’imbocco di via Garibaldi, nel 1901 è venuto alla luce un lungo tratto di collettore fognario che correva al di sotto del basolato stradale.
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Casa di piazza San Carlo
Tra il 2004 e il 2005, durante i lavori per la creazione di un parcheggio interrato e la pedonalizzazione della piazza, sono venuti alla luce i resti di un edificio di età romana.
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Necropoli di piazza San Carlo
Tra il 2004 e il 2005, durante i lavori per la creazione di un parcheggio interrato e la pedonalizzazione della piazza, sono venuti alla luce i resti di una piccola necropoli di età romana.
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Magazzino di piazza Vittorio
Un grande magazzino pubblico di età romana è venuto alla luce, tra 2004 e 2005, durante lo scavo effettuato in un settore della piazza in previsione della costruzione del parcheggio multipiano Vittorio Park.
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Fossatum longum in piazza Vittorio
Durante lo scavo per i parcheggi sotterranei in piazza Vittorio Veneto è emersa parte di un canale a cielo aperto che convogliava verso il Po le acque di una derivazione della Dora che attraversava la città lungo l’attuale via Garibaldi.
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Case romane in via Botero
Nel cuore del centro storico della città emergono ancora oggi resti consistenti delle dimore di età romana.
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Domus di via Bellezia 16
Le strutture di una parte di domus romana, con un ambiente pavimentato a mosaico, sono visibili in una piccola area archeologica da poco allestita nel cortile del palazzo.
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Carlo Promis (Torino 1808 - 1873)
Archeologo, architetto e storico dell'architettura. Valente archeologo, insegnò Architettura alla Scuola di ingegneria di Torino. A lui si deve la sistemazione di piazza Carlo Felice e del parco Cavalieri di Vittorio Veneto a Torino.
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Alfredo d'Andrade (Lisbona 1839 - Genova 1915)
Architetto e pittore di origini portoghesi, fece parte della "scuola di Rivara" e si dedicò allo studio e al restauro di edifici medievali. Fu Direttore dell’Ufficio Regionale per i Monumenti del Piemonte e della Liguria e fra gli ideatori del borgo medievale di Torino.
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Augusta Taurinorum: i dati archeologici
La colonia viene fondata da Augusto durante le operazioni militari e diplomatiche necessarie alla "pacificazione" delle Alpi. L'impianto della città si configura subito secondo uno schema ortogonale e con una cinta muraria: il segno di una nuova vita urbana strutturata.
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Accumuli di rifiuti e discariche programmate
Gli immondezzai, i butti volontari, le discariche restituiscono quantità impressionanti di cocci, oggetti rotti, scarti di cibo e, più in generale, rifiuti della vita domestica e sono quindi tutte fonti inesauribili e preziose di informazione.
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Necropoli di età romana
Nel mondo romano le necropoli, le città dei morti, erano organizzate subito al di fuori del perimetro urbano lungo le strade che uscivano dall’abitato.
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Ambienti riscaldati in età romana
In diverse parti della città sono emersi i resti di apprestamenti che servivano a riscaldare per lo meno parti di ambienti.
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Necropoli romana oltre la Dora
Numerosi rinvenimenti, per lo più fortuiti, nel corso degli ultimi centocinquant’anni permettono di ipotizzare l’esistenza, immediatamente oltre la Dora, di una vasta area di necropoli utilizzata per tutta l’età romana.
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Mosaici e pavimentazioni
Nelle case di Augusta Taurinorum sono state rinvenute pavimentazioni di sale di rappresentanza, ma anche quelle degli ambienti di servizio e degli spazi aperti.
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Suggerimenti di lettura
- Mercando, Liliana (a cura di), Archeologia a Torino. Dall’età preromana all’alto Medioevo, U. Allemandi, Torino 2003
- Gabucci, Ada - Pejrani Baricco, Luisella, Elementi di edilizia e urbanistica di Augusta Taurinorum. Trasformazioni della forma urbana e topografia archeologica in Intra illa moenia domus ac penates (Liv. 2, 40, 7): il tessuto abitativo nelle città romane della Cisalpina, Quasar, Roma 2009, pp. 225-245
- Pejrani Baricco, Luisella, La città storica: tutela, conservazione, restauro. Archeologia urbana, in Castelnuovo, Enrico - Pagella Enrica (a cura di), Torino: prima capitale d’Italia, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 2010, pp. 147-150
- Gabucci, Ada, Condivisione e riuso: casi concreti e buoni propositi, in Auriemma, Rita (a cura di), La democrazia della conoscenza. Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni, Forum, Udine 2017, pp. 101-110