Torre CTO
Uno dei landmark della Torino del boom economico, esito della rapida crescita demografica e dell’espansione urbana che tocca il settore sud della città ai confini con Moncalieri e Nichelino.
Il Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) di Torino (via Zuretti 29) viene realizzato all’ingresso sud di Torino, all’interno del distretto ospedaliero più ampio della città costituito dalle Molinette, dall’ostetrico-ginecologico Sant’Anna e dall’infantile Regina Margherita. Rivestita in laterizio a vista con grandi finestrature, la torre del CTO è uno dei principali landmark che la Torino del boom economico costruisce negli anni di maggiore sviluppo demografico, punto di riferimento in un paesaggio urbano caratterizzato dalla collina e dal fiume Po. Il progetto elaborato dall’Ufficio tecnico dell’Inail di Roma, coordinato dagli architetti Livio Brusa e Longo, distribuisce i previsti 200.000 metri cubi in una torre di 16 piani collocata su una piastra a tre livelli. Successive esigenze distributive hanno comportato l’aggiunta di un volume accessorio sul lato sud dell'edificio per ricavare un ascensore supplementare. Dal 2007 è entrata in funzione l'Unità Spinale Unipolare del complesso, realizzata su progetto degli studi di architettura romani Asset e Carrara, antistante il centro traumatologico.
L'inserimento nel contesto urbano
Segno urbano a scala territoriale, visibile dalla distanza ed emergente nello skyline della città, l’edificio si inserisce coerentemente all’interno dell'urbanizzazione meridionale prevista per il complesso di Italia ’61, grazie al quale si definisce un’inedita destinazione a servizi e usi pubblici, tuttora vigente. Nella vista da corso Unità d’Italia, l’imponenza dell’edificio è esaltata sia dalla differenza di quota (circa sette metri) tra via Zuretti e il sedime del corso sottostante, sia dalla contrapposizione con la accentuata orizzontalità del limitrofo e coevo Museo dell’Automobile.
L’edificio – reso estremamente evidente dalla mole stessa più che dallo scarno linguaggio compositivo adottato – si orienta parallelamente al fiume e si inserisce nel catalogo di oggetti architettonici che esibiscono gli esiti locali di una ricercata “modernità”, in cui la città è particolarmente impegnata alla metà Novecento e che trova esiti significativi soprattutto lungo l’ingresso da sud.
Il progetto architettonico
Su una piastra di tre piani destinata a laboratori, sale operatorie, spazi per la riabilitazione, cliniche universitarie e servizi, è innestata una lama verticale di diciannove piani che ospita i reparti di degenza. Le facciate che chiudono i lati lunghi della torre sono impaginate con grandi pannelli-serramenti a tutta altezza che tamponano la regolare maglia in calcestruzzo armato, e concluse in sommità da un abbozzo di coronamento svuotato; i lati corti sono invece risolti con sfaccettature debitrici nei confronti di simili soluzioni di Gio Ponti e Pier Luigi Nervi (il volume delle scale di sicurezza sul lato est è un’aggiunta recente).
Bibliografia
- Red., Attualità, in «Casabella», 298, 1965, p. 95
- Magnaghi, Agostino, Centro Traumatologico, in Magnaghi, Agostino - Monge, Mariolina - Re, Luciano, Guida all’architettura moderna di Torino, Lindau, Torino 1995, p. 231
- 26 Itinerari di architettura a Torino / Architectural walks in Turin, Società degli architetti e degli ingegneri in Torino, Torino 2000
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