Museo Nazionale del Cinema e recupero Mole Antonelliana
Il connubio tra destinazione inedita e fascino della struttura è la chiave del successo riscosso dal monumento simbolo di Torino, riportato a nuova vita nel 2000.
Nel 2000 si inaugura il Museo del Cinema nella Mole Antonelliana. L’operazione è di grande richiamo, per la novità del contenuto e il fascino del suo contenitore. Con il progetto di restauro dell’architetto Gianfranco Gritella e l’allestimento dell’architetto svizzero François Confino, la Mole (1863-1900) si conferma parte integrante della città, oltre che una delle sue maggiori attrazioni turistiche. L’intervento opera un attento recupero dell’edificio (il progetto strutturale è di Paolo Napoli e Vittorio Nascé) e del suo involucro esterno, mentre gli interni sono del tutto celati dall’allestimento museale (fatta eccezione del piano interrato, dove le volte a vela in mattoni di Alessandro Antonelli sono ben visibili) che definisce nuovi spazi indipendenti dalla distribuzione originaria. La storia del cinema, illustrata tramite il lavoro della storica e collezionista Maria Adriana Prolo, è raccontata lungo un percorso che sfocia nella grande sala centrale, dove una scala elicoidale appesa raggiunge un sistema di rampe che si sviluppano lungo la grande volta nervata. Al centro del grande spazio, un ascensore accompagna i visitatori fino alla guglia dell’edificio, da dove il panorama torinese è visibile a 360°.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
MOLE ANTONELLIANA
Via Montebello, Via Ferrari, Via Riberi
Edificio per manifestazioni culturali, già tempio israelitico.
Edificio monumentale di valore storico-artistico e documentario di singolare tecnologia e tecnica costruttiva ottocentesca. Punto focale nella sky-line torinese, è diventato il più noto simbolo della città.
Realizzato su disegno di Alessandro Antonelli tra il 1862 e il 1889 con una maglia strutturale su griglia ortogonale a fulcri isolati (sistema antonelliano) estesa nel basamento, sviluppata sul perimetro nel piano del salone e raccordata al padiglione della volta. La realizzazione incontrò ostacoli, prima per la mancanza di fondi, in seguito per lesioni strutturali, che resero necessarie opere di rafforzamento realizzate tra il 1928 e il 1960, le quali compromisero la percezione dell'originario spazio interno. La decorazione si deve ad Annibale Rigotti.
F. Rosso, 1977; AA.VV., Guida, 1982, pp. 35-36.
Tavola: 42
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 297 Vai al testo digitalizzato
- Gritella, Gianfranco (a cura di), La Mole Antonelliana: storia di un edificio simbolo dal progetto al restauro, Utet periodici, Torino 1999
- Carolina Vergerio, Il museo nazionale del cinema nella Mole Antonelliana di Torino, Umberto Allemandi & C., Torino 2002
- Piccoli, Edoardo, Museo nazionale del cinema nella Mole Antonelliana, in Bonino, Michele [et al.] (a cura di), Torino 1984-2008. Atlante dell'architettura, U. Allemandi, Torino 2008, scheda n. 15
- Alessandro Martini, Museo nazionale del Cinema, in Giusti, Maria Adriana - Tamborrino, Rosa, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), U. Allemandi, Torino 2008, p. 326
- Demarie, Marco - Durbiano, Giovanni, Distretto: un mito progettuale per il centro di Torino, in Bagnasco, Arnaldo - Olmo, Carlo (a cura di), Torino 011: biografia di una città. Saggi, Electa, Milano 2008, pp. 54-64
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