Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Opera Pia Viretti, già Vigna Sordevolo

Nella vigna Sordevolo ha sede la comunità “Opera Pia Viretti”, che si ispira alla spiritualità vincenziana, e che offre il servizio di accoglienza a mamme e bambini in difficoltà. Gli interni vennero trasformati per le finalità dell'ente assistenziale, ma la facciata è rimasta pressoché intatta.


Lat: 45.0517731 Long: 7.718665800000002

Costruzione: XVII Sec. (1600-1699)

Variazione: XIX Sec. (1800-1899)

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  • giardino

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  • giardini | vigna

La vigna Sordevolo è stata, dalla fine del '700 quando venne descritta dal Grossi, fortemente ridimensionata: gli edifici minori che facevano parte della proprietà sono stati alienati e sono diventati civili abitazioni. La cappella venne trasformata nella parrocchiale di Santa Margherita; su parte del terreno vennero costruite le scuole elementari; il prato e parte del giardino vennero inoltre utilizzati per la costruzione della strada.

La vigna Sordevolo è opera dell'architetto Ignazio Amedeo Galletti (1726-1792), di cui si conoscono molte realizzazioni, ma in questo caso non è conosciuta la data esatta di costruzione. L'architetto A. Grossi assegna la proprietà al conte Angelo Bruco di Sordevolo, uomo assai ricco con numerose proprietà in pianura. Gentiluomo di bocca e di camera alla Corte sabauda alla fine del '700, passò con disinvoltura al servizio di Paolina Borghese come gran ciambellano e fu creato barone dell'Impero nel 1810. Fu tra i primi ad impiantare in collina un parco all'inglese. Nel 1805 vendette la vigna ai Millet, in seguito la proprietà passò al teologo Asinari e ai Dupré.

Nel 1893 fu donata dal teologo Tommaso Chiuso all' opera pia fondata da Giuseppina Viretti per l'assistenza all'infanzia abbandonata.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
OPERA PIA VIRETTI, GIÀ VIGNA SORDEVOLO
Strada S. Vincenzo 137

Villa - vigna.
Edificio di valore ambientale e documentario. Rilevante è la facciata nonché il giardino, significativo esempio di sisIemazione su «artefatto piano».
Il Grossi ricorda questo complesso come «Sordevolo, villa e vigna [...] lungo la strada di Dora Grossa [...] in arioso e ameno sito con due Cappelle pubbliche, il palazzo designato dall'Architetto Galletti [...] è ornato di un bellissimo atrio con galleria superiormente prospecente verso Torino [...] avanti evvi un delizioso giardino all'inglese [...] sostenuto in parte da archi, e maestosi terrapieni». Il conte Brucco di Sordevolo vendette la villa nel 1805 al Millet e quindi nel 1893 fu donata dal teologo T. Chiuso all'Opera Pia Viretti.

Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, pp. 162-163; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXVII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 437-438.
Tavola: 60

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