Parco Rignon
Il Parco Rignon era il parco privato della famiglia Provana di Collegno, ultimi proprietari della Villa Amoretti ubicata al suo interno.
E' un parco storico, ricco di alberi ad alto fusto: l'ingresso è segnato da un doppio filare di tigli e vi trovano spazio maestosi esemplari di faggio, quercia, ippocastano. Colorate aiuole fiorite vi sono realizzate stagionalmente.
Le vicende del complesso del Parco, attraversano ben tre secoli: l'edificio centrale, prima semplice cascina a corte chiusa, poi commenda ed infine villa, apparteneva alla famiglia Amoretti. La fortuna della casa è dovuta a Gianbattista Amoretti che dalla natia Oneglia era venuto a Torino nella prima metà del Settecento. Egli riuscì ad entrare nelle grazie del favorito di corte, Filippo d'Agliè e di conseguenza in quelle di Madama Reale e di Carlo Emanuele II. I servigi resi alla corte gli valsero alcune ricche abbazie e la cascina, che venne restaurata e ampliata.
Quest'ultima passò in eredità al nipote Carlo Giacinto, che nel 1722 comperò il feudo di Osasio con il titolo di marchese. Gli esperti dicono che la villa Amoretti, elegante esempio di architettura tardo barocca, sia stata edificata al posto della commenda intorno al 1760 da Giambattista di Osasio, su progetto del Plantery, allievo dello Juvarra. Dopo molte vicissitudini e cambi di eredità della famiglia dei Marchesi di Osasio, nel 1833 la proprietà passò al conte Paolo Luigi Rignon (da cui prese il nome). Nel 1912 un suo discendente, la cedette al Comune.
Solo in un secondo tempo, con l'intervento dell'architetto Chevalley che ha progettato l'ampliamento del giardino (1906) in fregio a c.so Orbassano, la pianta del parco ha assunto l'attuale configurazione: l'elegante muro di cinta alleggerito dagli oblò che, incorniciando imprevisti scorci di parco, mettono in comunicazione il mondo esterno con l'atmosfera “esotica” del giardino liberty, l'aggiunta degli edifici dell'ingresso, della portineria, delle scuderie e del rimessaggio delle carrozze ha adattato il complesso settecentesco alle esigenze del ‘900. Il giardino Liberty, come diceva l'architetto francese Jean Claude Forestier, deve essere uno spazio intimo, famigliare, di riposo e distensione, il prolungamento dell'abitazione, economicamente ridotto sia nella superficie che nei costi di manutenzione. Deve però essere regolare, definito con chiarezza e semplicità nel disegno e con largo uso di masse di colore nelle specie vegetali, deve creare angoli suggestivi di colori e profumi che richiamino alla mente paesi e atmosfere esotiche.
Durante l'ultima guerra la dimora ha conosciuto un certo declino, finché, il 27 maggio 1955, il Consiglio Comunale approvò l'acquisto del parco; nel 1957 questo venne aperto al pubblico e il 20 ottobre 1970 veniva deliberato anche l'acquisto della villa.
Attualmente il parco è diventato un punto di riferimento importante per la cittadinanza; soprattutto d'estate, vi si tengono anche attività varie e spettacoli.
La villa ospita la biblioteca Villa Amoretti, inaugurata il 2 maggio 1977 e oggetto di una recente intervento di recupero ed ampliamento (con la ristrutturazione dell'edificio dell'ex-arancera, che veniva utilizzata nella seconda metà del 1800 come luogo di ricovero per le piante a clima mediterraneo, e la creazione sul retro della Villa di un nuovo padiglione in vetro e acciaio, collegato al corpo dell'antico edificio; l'inaugurazione è avvenuta il 23 febbraio 2007), e le sedute del Consiglio circoscrizionale.
Il salone dei "Centomila" (dal nome della redazione giornalistica che occupava tale area), un tempo rimessaggio delle carrozze, ospita ora incontri e associazioni (1).
Note
(1) da http://www.comune.torino.it/verdepubblico/patrimonioverde/parchi-giardini/rignon/rignon.shtml
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Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
PARCO RIGNON
Parco Rignon, Corso Orbassano
Aranciera, recinzioni, cancelli, portineria e spazio verde.
Edifici e sistemazioni di valore ambientale e documentario, significativi esempi di riqualificazione e integrazione di complesso preesistente di architettura eclettico neo-rococò.
Adattamento del complesso della preesistente villa degli Amoretti, su progetto di Giovanni Chevalley (1919), (cfr. schede 25-27).
«L'Architettura Italiana», 1919, n. 7.
Tavola: 56
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 476 Vai alla pagina digitalizzata
- Fratus, Tiziano, Vecchi e grandi alberi di Torino. Itinerari per cercatori di alberi secolari, Fusta, Saluzzo 2013 , pp. 80-83