Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Francesco Garnier Valletti (1808-1889)

Francesco Garnier Valletti fu uno degli ultimi ceroplasti che nel corso dell’Ottocento abbracciarono l’arte del modellismo pomologico e si cimentarono nella riproduzione a scopo scientifico e documentario di modelli di fiori e frutti.


Nascita: 1808
Giaveno

Morte: 1889
Torino

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  • Museo Frutta

01. Biografia

Francesco Garnier Valletti nasce nel 1808 a Giaveno, dove frequenta il locale collegio, al cui termine si dedica all’arte del confettiere. Nel 1830 si trasferisce a Torino e sposa Giuseppa Grosso, dalla quale ha quattro figli (Rosa, Vittorio, Giulio e Paola). Qui inizia una nuova attività nella sua casa laboratorio di via Dora Grossa 1: quella di modellatore di fiori ornamentali in cera. Nel 1840 si sposta a Milano (risulta essere domiciliato in Contrada de’ Filodrammatici n. 1810), e la sua abilità di «ceroplasta» è apprezzata a tal punto che viene introdotto alla Corte imperiale di Vienna dove comincia a produrre anche frutti e, passando dall’artigianato alla scienza, comincia così la sua brillante e operosa carriera di pomologo. La sua attività lo porta poi a San Pietroburgo, presso la Corte dello Zar Nicola I Romanov (1796 – 1855). Nel 1848 l’improvvisa morte della moglie lo costringe a tornare a Torino per occuparsi dei figli. Vi resta sino alla morte, dedicandosi a quella che è divenuta la sua attività esclusiva: la pomologia artificiale, di cui diventa l’ultimo e ineguagliato protagonista. La sua attività è incessante: studia, disegna, riproduce 1200 varietà di frutti e 600 di uve, annotandone nomi, qualità, stagione di produzione, proprietà organolettiche, come testimoniano i suoi disegni (oltre 12.000) e i suoi appunti, conservati dall’Accademia di Agricoltura di Torino. In Garnier Valletti convivono armoniosamente la figura dell’artigiano, dell’artista e dello scienziato autodidatta, curioso di tutto, come dimostra la sua Raccolta di ogni sorta di segreti, un ponderoso manoscritto di 732 pagine fitto di appunti, ricette, formule utili nei più svariati contesti. Operoso al limite delle sue forze, quanto deluso che ai riconoscimenti ufficiali non corrisponda una pari remunerazione, prosegue intanto nella sua produzione di frutti artificiali, con sempre crescente maestria, ma senza raggiungere quei risultati economici che si attende. Nel 1878 Umberto I lo nomina Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel 1886 accetta la proposta di tenere lezioni pratiche di preparazione di frutti artificiali presso il Comizio Agrario di Torino, ma il corso viene interrotto per l’ostinato rifiuto che egli oppone a divulgare la «sua» formula di modellazione. Ottiene infine, per diretto interessamento del Senatore Gian Giacomo Arnaudon e del Ministro alla Pubblica Istruzione Paolo Boselli, una cattedra al Regio Istituto Sommeiller di Torino nel 1889, ma l’8 ottobre dello stesso anno muore di polmonite, all’età di 81 anni, nella sua abitazione di via Doragrossa 1 a Torino, lasciando in eredità alla figlia Paola un’ingente quantità di modelli di frutti, che essa conserva in parte presso la propria abitazione, in parte presso lo Stabilimento Cirio di via Nizza, con cui il padre aveva collaborato e da cui aveva avuto anche aiuto.

 

02. Il ceroplasta

Francesco Garnier Valletti fu uno degli ultimi ceroplasti che nel corso dell’Ottocento abbracciarono l’arte del modellismo pomologico e si cimentarono nella riproduzione a scopo scientifico e documentario di modelli di fiori e frutti. Personalità singolare e insuperato modellatore di frutti artificiali fu, tuttavia, per tanti aspetti, uomo del suo tempo. In un’epoca che fondava le basi culturali sul sapere positivo, sulla documentazione scientifica, sulla classificazione, sull’osservazione e lo studio della natura, Garnier spese la sua vita nella ricerca della perfezione nell’imitazione dei frutti, con l’intento di essere, con la sua opera, di ausilio alla scienza agronomica. In Italia, soprattutto in Toscana, e nel resto d’Europa la ceroplastica e il modellismo pomologico vantavano una tradizione che affondava le sue radici a partire dalla metà del secolo XVIII. In particolare i ceroplasti producevano modelli che servivano da supporto all’insegnamento delle scienze mediche e botaniche. Gli esemplari di frutta artificiale, oltre che in cera, erano spesso costruiti anche in gesso o in carta pressata rivestita di gesso. Nonostante queste presenze, nel suo mestiere, il Garnier fu totalmente autodidatta. Eppure, lavorando sempre da solo, con la maturità raggiunse il vertice della perfezione, sommando all’evidente sensibilità artistica e ad un’indubbia abilità manuale, le molte conoscenze botaniche acquisite nel corso degli anni, durante i suoi lunghi soggiorni e la permanenza nelle maggiori città europee dell’epoca (Milano, Vienna, San Pietroburgo) e partecipando, con successo di pubblico e di critica, alle innumerevoli esposizioni orticole e agricole che vi si svolgevano. Nel corso della sua lunga vita realizzò centinaia di stampi per colarvi le sue miscele composte da acqua, cenere, alabastro, gesso e resine. Con questi strumenti eseguì oltre 1.800 modelli perfetti, ripetuti diverse volte, per servire ai musei naturalistici, agli istituti di istruzione, ai vivaisti e agli amatori, come risulta anche dalle pagine del catalogo postumo, Catalogo dei frutti artificiali (disponibili) confezionato dal fu Professore Garnier-Valletti Cav. Francesco, pubblicato a Torino nel 1905 dalla figlia Paolina nel tentativo di commercializzare la cospicua produzione del padre.

 

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  • Museo della Frutta "Francesco Garnier Valletti"