Quinto Bevilacqua (Molinella, Bologna, 1916 - Torino 1944)
Operaio mosaicista. Militante socialista. L' 8 settembre 1943 entra nel movimento clandestino di Torino. Arrestato il 28 marzo 1944 e processato insieme ai membri del Comitato militare regionale piemontese, fu fucilato il 5 aprile 1944 in Torino. Alla sua memoria è stata intitolata la via già denominata "via Val Cismon".
Nato a Marmorta, frazione del comune di Molinella, in provincia di Bologna, il 16 aprile 1916, penultimo di sei fratelli di una famiglia di braccianti agricoli di tradizione socialista. Con il regime fascista, nel 1925, la famiglia subì persecuzioni per non aver voluto l'iscrizione al fascio e fu cacciata di casa, senza poter più ottenere lavoro. Nel 1931, Quinto si trasferì a Torino per lavorare nella piccola impresa dei fratelli Arturo e Costante, già emigrati nel 1926, specializzati in mosaici di ceramica; dopo il lavoro, frequentava i corsi di disegno della scuola San Carlo. I fratelli Bevilacqua si mantennero sempre in contatto con la comunità d'origine raccogliendo, tra l'altro, fondi per Giuseppe Massarenti. Nel 1942 Quinto sposò Marcella Calzolari, figlia di Alfredo, esponente socialista di Molinella. All'avvicinarsi della guerra intensificò i suoi rapporti con il partito nella clandestinità. Richiamato come soldato semplice nell'artiglieria di montagna, dopo l'8 settembre si dedicò al lavoro cospirativo, in contatto con i socialisti torinesi, soprattutto con Ogliaro; rappresentò il Psi nel Comitato militare e poco prima dell'arresto ricoprì l'incarico di segretario della Federazione socialista clandestina (1). Il 28 marzo 1944 venne arrestato e, processato dal Tribunale speciale con i membri del Comitato militare regionale piemontese, Bevilacqua è tra i sette patrioti che saranno fucilati al Poligono del Martinetto. Il 3 aprile scrisse l’ultima lettera : “…vado incontro alla morte con una risolutezza che non mi sarei mai creduto, perciò siate forti...”.
Medaglia d'argento al valor militare, è ricordato nella lapide al Martinetto e la Città gli ha intitolato una via. E' ricordato anche in un'altra lapide in corso Regina Margherita 12, trasferita dall'originaria collocazione in via Fontanesi 7 dove aveva sede una sezione socialista.
Note
(1) Archivio Istoreto: http://intranet.istoreto.it/lapidi/sk_lapide.asp?id=204
Bibliografia
- Malvezzi, Piero - Pirelli, Giovanni (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945, G. Einaudi, Torino 1963 , 74
- Fusi, Valdo, Fiori rossi al Martinetto. Il processo di Torino: aprile 1944, Mursia, Milano 1968 , pp. 96, 100, 120, 140, 142, 153, 156, 158
- Seicento giorni nella Resistenza: dall’8 settembre 1943 al 10 maggio 1945, 600 giorni di testimonianze della lotta di liberazione attraverso 1335 motivazioni delle ricompense al valor militare, Consiglio regionale del Piemonte, Torino 1979 , p. 68
- Pansa, Giampaolo, "Viva l'Italia libera!". Storia e documenti del primo Comitato militare del C.L.N. regionale piemontese, Città di Torino - Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Torino 2004 , p. 83
- Greppi, Carlo, Sarò fucilato all'alba per un ideale, in «Turin. Storia e storie della città», A. II, n. 2, aprile, 2013, Torino, pp. 60-68
- Adduci, Nicola [et al.] (a cura di), Che il silenzio non sia silenzio. Memoria civica dei caduti della Resistenza a Torino, Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà - Istoreto, Torino 2015 , p. 67
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Asct, Urbanistica e Statistica, deliberazioni della Giunta popolare, 10 novembre 1945, verbale 37
- http://www.metarchivi.it/ricerca.asp?cerca=Cerca#risultati_ric
- Archivio Istoreto
- Aisrp, Archivio dell’Istituto piemontese per la storia della resistenza e della società contemporanea, Banca dati Partigianato piemontese
Temi correlati
Luoghi correlati
Ente Responsabile
- Istoreto
- MuseoTorino