Arrivano i Francesi
Dal 1536 al 1559 Torino visse sotto il dominio francese. Fu un’epoca contraddistinta soprattutto da concordia e buona amministrazione anche se non mancarono motivi di contrasto.
Dopo aver preso la Savoia e parte del Piemonte, all’inizio di aprile 1536 i Francesi entrarono in Torino per farne la loro capitale «di qua dai monti». Incontrarono un’accoglienza favorevole nella città che da tempo aveva rapporti tesi con i duchi di Savoia.
I primi due anni furono contrassegnati da tensioni, perché i nuovi signori imposero tasse e obbligo di dare alloggio ai soldati, con il peso economico e le preoccupazioni per l’ordine pubblico che ciò comportava. I problemi trovarono parziale soluzione con un memoriale della città rivolto a re Francesco I nell’estate 1538 che prima fu considerato un’insubordinazione e poi venne accolto; la dominazione da militare divenne civile e s’avviò un periodo di «buon governo» e collaborazione, pur tra altri problemi per la sopravvenuta carestia.
A Torino s’insediarono un Parlamento e altri organi di governo di cui entrarono a far parte anche numerosi torinesi. La città riuscì a ottenere condizioni migliori di altri centri per il mantenimento delle truppe e un buon trattamento per i commerci.
Difficili furono invece gli ultimi dieci anni di dominazione francese (1550-59), per la ripresa della guerra con la Spagna che coinvolse anche piemontesi e torinesi, con nuovi problemi per provvedere e mantenere militari e ulteriori tasse da pagare; si tentò di sminuire il ruolo del capoluogo, che fu però difeso dagli amministratori comunali.
La pace di Cateau-Cambresis del 1559, restituì Torino e il Piemonte ai Savoia.