La "Corona di delizie"
«Corona di delizie» è il nome dato alla serie di residenze edificate tra XVI e XVIII secolo, per lo svago e il divertimento per i duchi, che contornavano la città con la loro bellezza.
Intorno a Torino, tra Cinquecento e Settecento, sorsero una serie di dimore ducali suburbane che andarono a creare la «Corona di delizie», detta così perché cingeva da tutti i lati la capitale con le proprie bellezze e piacevolezze, rimarcando il ruolo di centralità e d’importanza di Torino da esse incoronata. Le residenze furono Mirafiori, Regio Parco (alla confluenza di Stura e Po), Valentino, Villa della Regina (inizialmente Vigna del cardinal Maurizio), Venaria, Stupinigi. Costituivano un insieme di dimore legate solo agli svaghi, al piacere alla bellezza, inframmezzate dai classici castelli dinastici di Rivoli e di Moncalieri, circondate da grandi terreni demaniali o con diritti di caccia.
Alcune decaddero e vennero definitivamente abbandonate già nel corso del Settecento, come il Regio Parco, residenza di caccia prediletta da Emanuele Filiberto distrutto nel 1706, o il castello di Mirafiori, realizzato sotto Carlo Emanuele I, altre ebbero più secoli di splendore, come Venaria, trasformandosi nel tempo, con il mutare di gusti e stili.
Erano collegate alla città con strade che formavano a loro volta una sorta di raggiera attraverso aree coltivate, anticipando una organizzazione complessiva e duratura del territorio.
Bibliografia
- Comoli Mandracci, Vera, Torino, Laterza, Roma - Bari 1983
- Vedute di residenze sabaude tra Seicento e Ottocento (catalogo della mostra dell'Archivio storico della Città di Torino, 18 settembre-30 novembre 2001), Città di Torino, Torino 2001
- Maria Grazia Vinardi, La Venaria Reale, in Giuseppe Ricuperati (a cura di), Storia di Torino, IV, La città tra crisi e ripresa (1630-1730), Einaudi, Torino 2002, pp. 463-481
- Vera Comoli Mandracci, L’urbanistica della città capitale e del territorio, in Giuseppe Ricuperati (a cura di), Storia di Torino, IV, La città tra crisi e ripresa (1630-1730), Einaudi, Torino 2002, pp. 939-967