Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Brusà

Cascina a corte chiusa con pianta ad “L”. L’edificio risulta essere stato tagliato in due dal prolungamento di via Viterbo; attualmente è di proprietà privata, in cattive condizioni di conservazione e, in parte, adibito a residenza.


Lat: 45.101012 Long: 7.665962

Notizie dal: 1623

Ampliamento: 1820

Ampliamento: 1866

Demolizione: 1950 - 1960
la cascina viene divisa in due per realizzare via Viterbo

Translate

Categorie

  • abitazione | cascina

Tag

  • trasform

Diversamente da quanto affermato da alcuni studiosi, la Brusà deve il suo nome alla famiglia Brusatta che ne fu proprietaria nella prima metà del XVII secolo.

È probabile che, durante l’assedio di Torino del 1706, le truppe francesi, localizzate nel territorio circostante, colpirono la cascina con granate incendiandola e da qui si pensava che la denominazione Brusà (bruciata) derivasse proprio da quell’evento.

Afferma Elisa Gribaudi Rossi che «sulle carte dell’assedio, la rappresentazione delle vicende belliche oscura con un gran fumo, scoppi e fuoco la zona di fronte al convento!».

Nel 1713 la cascina, già di proprietà del priore di Osasco, viene acquistata all’asta da Carlo Giuseppe Taschero, fratello di Guglielmino, affittatolo della cascina, morto nello stesso anno.

Nel 1762 la Brusà viene rilevata nella Carta topografica della caccia e presenta due corpi di fabbrica staccati che formano una “L”.

L’architetto Grossi nel 1790 così la descrive: «cascina del Beneficio Ecclesiastico titolato a S. Salvatore…e della mensa Arcivescovile di Torino situata vicino alla Madonna di Campagna composta di giornate sessanta, la di cui fabbrica e beni sono stati migliorati dal Signore Abbate Guglielmo Tholosan».

L’edificio, localizzato nei pressi della bealera Naviglio, ossia un ramo della bealera Nuova, è a corte chiusa, con pianta ad “L”. Alla fine del Settecento era circondato da strade, campi coltivati, prati e vegetazione, nelle vicinanze delle cascine Balbiano e Scaravella.

Dalla rilevazione del catasto francese del 1804 e almeno fino al 1866 la cascina risulta di proprietà del Commendator Cossato, si comprende dunque che essa era rientrata tra i beni ecclesiastici alienati con l’avvento dell’amministrazione francese.

Nelle mappe del Catasto particellare Gatti del 1820 la cascina registra un ampliamento che configura, attraverso l’edificazione di un nuovo corpo di fabbrica ad “L” isolato rispetto all’impianto originario, la chiusura totale della corte. In quel periodo la cascina risulta composta da case rustiche, casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli), cortile, prati, orti e campi.

Dalle mappe del Catasto Rabbini del 1866 si evince un’ulteriore trasformazione planimetrica della cascina che diviene un blocco chiuso attraverso l’unione dei due preesistenti corpi di fabbrica.

Immutata è la situazione alla Variante al Piano Regolatore del 1926.

La Brusà è divisa oggi in due monconi tagliati dall’apertura di Via Viterbo; il progetto di tale trasformazione urbanistica risulta già nelle carte del 1935, ma la cascina non era ancora stata intaccata. Nella Carta I.G.M. del 1974, invece, risulta già il taglio della cascina operato dalla realizzazione dell’attuale via Viterbo che collega piazza Pasquale Villari con via Andrea Cisalpino.

Attualmente è di proprietà privata, in cattivo stato di conservazione e, in parte, adibita a residenza.

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico della Città di Torino, Carte sciolte, n.3151, atti del 1625, ff.168-172
  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 64
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 64, art. 2339
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Vittorio Brambilla , Contorni di Torino, 1877, Archivio Storico della Città di Torino, SIM D1813, fogli 1-4
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1911, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D135
  • Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, Pianta di Torino, 1935, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.8
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

Temi correlati

Ente Responsabile

  • MuseoTorino