Istituto penale minorile Ferrante Aporti, già Istituto correzionale agricolo per giovani discoli ed ex Cascina La Generala
Antico edificio ad uso agricolo, divenne nell’Ottocento un istituto correzionale per minori, in cui i giovani detenuti si esercitavano nel lavoro dei campi. Situato sulla strada per Stupinigi, nel Novecento venne intitolato a Ferrante Aporti.
1. Istituto correzionale agricolo per giovani discoli e Carcere minorile Ferrante Aporti
Il “penitenziario industriale- agricolo detto della Generala” era un istituto correzionale per minori creato in base alla riforma carceraria del 1839, voluta da re Carlo Alberto. Questo provvedimento, infatti, prevedeva la detenzione dei minorenni “discoli” in sezioni separate delle carceri o, di preferenza, in appositi istituti, al fine di evitare il contatto tra ragazzi e adulti, che rischiava di essere fortemente diseducativo. Il luogo prescelto fu la cascina detta della Generala, un'antica struttura agricola del XVII secolo situata a Mirafiori, che nei decenni precedenti aveva svolto la funzione di opificio, carcere femminile, ospedale per malattie infettive. L’edificio venne ristrutturato dall’architetto Giovanni Piolti (1803-1860) per ottenere più di 300 celle individuali, oltre ai laboratori e alle strutture per il personale. I giovani detenuti erano costretti al silenzio e a una rigida disciplina fatta di scuola, religione e lavoro artigiano o agricolo (facevano parte della struttura anche alcuni appezzamenti di terra). L’opera, che costituisce per quei tempi un modello nel suo genere, venne gestita nel 1845 dalla società religiosa San Pietro in Vincoli e poi, a partire dal 1848, direttamente dallo Stato.
Nel 1935 il carcere minorile fu dedicato al sacerdote ed educatore Ferrante Aporti (1791-1858). Durante il secondo conflitto mondiale venne lievemente danneggiato dai bombardamenti dell'inizio 1944, che distrussero invece totalmente la costruzione di due piani, utilizzata come stallaggio, al civico 333 di corso Stupinigi.
Attualmente l’edificio risulta in buono stato di conservazione e, nonostante le numerose demolizioni effettuate nel corso degli anni, il prospetto principale presenta ancora i caratteri degli interventi settecenteschi.
2. Cascina La Generala
Nella prima metà del Seicento, vaste terre nelle regioni Lingotto e Mirafiori appartenevano al cavaliere Emanuele Filiberto Panealbo, come si può rilevare anche nel rilievo planimetrico di Cristoforo Elia del 1632. La tenuta venne comprata nel 1649 da Giovan Battista Truchi e, affinché potesse costituirsi come un vero e proprio feudo, fu smembrata dal territorio di Torino ed esentata dalle imposte.
Il Truchi, nominato nel 1673 barone della Generala dal duca Carlo Emanuele II, iniziò la costruzione della villa, facendo riadattare anche diverse cascine del luogo e ottenendo la concessione della deviazione di un canale della Dora presso Alpignano, il quale attraverso
Collegno e Grugliasco giungeva fin nei pressi del Lingotto.
Il Tippo della Baronia della Generala, redatto nel 1674, riporta l’immagine di un complesso suddiviso in tre corti, con le fabbriche disposte intorno, ampi giardini con laghetto centrale e derivazioni delle bealere sfruttate per irrigare la proprietà.
Alla morte del Truchi nel 1698 e, in seguito, della moglie Maddalena Quadrio, ottenne la successione un cugino. Pur perdendo i privilegi feudali della Generala nel 1722, la famiglia Truchi conservò le terre attigue fino al 1775. Successivamente Ignazio Truchi di Levaldigi vendette la villa tenendo per sé il rustico che l’affiancava e la cascina di Levaldigi, la cui area è oggi occupata dagli stabilimenti della FIAT Mirafiori.
Nel 1790 la Generala venne descritta con dovizia di particolari da Amedeo Grossi come un “grandioso edificio a sinistra dello stradone di Stupiniggi distante due miglia da Torino: appartiene a due padroni: la fabbrica rustica appartiene all’illustrissimo signor Conte Levaldiggi; il civile, che chiamasi anche opera Manzolina, appartiene ai sig. Teologo, e fratello Manzolino: la detta opera è stata fondata nel 1779 dal fu sig. Pietro Manzolino per lavorare i vestiari delle Regie Truppe; è stato ampliato di tal maniera l’edificio costituente la medesima, che non si discerne più l’antica fabbrica della Generala. Forma in oggi una lunga manica con un corridore in mezzo, che dà la comunicazione ai laterali membri, ed è frammezzata da un padiglione nella metà, e contenuta da due altri simili ne’ due capi della detta manica, in cui vi sono spaziosissimi camerini, che possono comodamente contener due Reggimenti: accanto vi è un giardino di quattordici giornate circa tutto cinto di muraglie, ed assai popolato di piante fruttifere”.
Prima del 1801 la vecchia cascina passò in mano all’ospedale di San Giovanni ed entro il 1817 risulta trasformata in ospedale militare, poi in ricovero per affetti da malattie contagiose.
Verso il 1818 l’edificio divenne sede di un grande laboratorio per la lavorazione dell’indaco indiano, sotto la direzione del celebre chimico Giovanni Antonio Giobert.
Più tardi, e fino al 1839, la Generala venne adattata a ricovero per donne di malaffare e in seguito, come si legge nel primo paragrafo, ristrutturata per divenire un penitenziario.
3. La biblioteca penitenziaria
La biblioteca è stata aperta nel 1998 e lavora in accordo con le scuole, con gli educatori e con tutti gli enti che collaborano con l'Istituto Ferrante Aporti. I ragazzi possono sia consultare che prendere in prestito i libri. L'accesso è riservato ai minori ospiti dell'Istituto.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
LA GENERALA (ORA ISTITUTO FERRANTE APORTI)
Corso Unione Sovietica
Villa e rurali, ora istituto correzionale per minorenni.
Segnalazione di edificio rurale e civile di interesse documentario, inserito nel costruito ed usato come servizio.
La grandiosa villa fu fatta edificare da Giovan Battista Truchi, presidente generale delle finanze, intorno alla metà del XVII sec. Dopo la morte del Truchi la villa fu venduta e subì radicali trasformazioni, già annotate dal Grossi: , "che non si discerne più l'antica fabbrica della Generala" Il civile diviene opera Manzolina "per lavorare i vestiari delle truppe" e impiega nel lavoro ragazze povere. Prima del 1801 passa in proprietà dell'Ospedale S. Giovanni, nel 1817 è trasformato in ospedale militare, nel 1818 in laboratorio chimico; più tardi, e fino al 1839, in ricovero per prostitute. Nel 1845 l'arch. Piolti ricava l'attuale istituto correzionale per giovani.
A. GROSSI, 1790. p. 71. 27 D 2; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA, 1791; PLAN GEOMETRIQUE. 1805; [Catasto RABBINI]. 1866; TOPOGRAFIA/DELLA CITTA'. 1840; PIANTA/DELLA/CITTA', 1907;E. GRIBAUDI ROSSI, 1970, p. 32-35.
Tavola: 72
Bibliografia
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Sitografia
Fonti Archivistiche
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- ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 2357, cart. 47, fasc. 2 , n. ord. 1
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