Villa Rignon, già Villa Verrua
La villa Rignon è l'unico esempio rimasto di dimora di campagna seicentesca all'interno della città diTorino, nel quartiere della Crocetta.
Il Verrua non compare sulle mappe più antiche della città, forse perché il vicino convento della Crocetta rappresentava il luogo di maggiore interesse della zona. Disegnato come un grosso edificio, compare invece sulla Carta topografica allegata all'opera del Tarizzo sull'assedio del 1706: l'architetto Grossi assegna la proprietà de «Il Verrua, villa e cascine» al «sig. Banchiere Giuseppe Andrea Rignone Decurione della Città di Torino». L'edificio di linee sobrie era esternamente affrescato come il palazzo della famiglia Scaglia di Verrua situato nel centro di Torino in via Stampatori, la facciata principale era invece in cotto e pietre con colonne e nicchie lavorate.Fino alla metà dell'Ottocento era situato in aperta campagna circondato da una vasta proprietà di terreni e cascine, citate anche dal Grossi, che a partire dalla seconda metà dell'Ottocento venne frazionata. Ai primi del Novecento venne costruito l'attuale muro di cinta e la grande cancellata; l'espandersi della città fece sì che la villa sia ora immersa, con quanto è rimasto del parco e del giardino all'italiana, nel quartiere della Crocetta. Venne costruita nella seconda metà del Seicento da Augusto Manfredi Scaglia conte di Verrua in occasione del suo matrimonio con Giovanna Battista d'Albert de Luynes che sposò nel 1683. Gli Scaglia di Verrua, originari della zona tra Biella ed Ivrea, fin dal Quattrocento divennero una delle più importanti famiglie del ducato sabaudo e toccarono l'apogeo della loro potenza nella prima metà del Seicento, quando, grazie a passaggi ereditari e a matrimoni, giunsero a possedere più di trenta feudi. Augusto Manfredi era ritenuto uno dei più avvenenti e ricchi gentiluomini piemontesi quando sposò, appena tredicenne, Giovanna Battista, figlia del duca di Luynes, pari di Francia. Giovanna divenne presto la favorita del Duca Vittorio Amedeo II a cui diede due figli, il marchese e la madamigella di Susa. Augusto si allontanò dal Piemonte, subì la confisca dei beni e morì combattendo nel 1704 nella battaglia di Höchstadt. In seguito alla separazione dal marito, sospettata anche di essere una spia al servizio del re di Francia, Giovanna Battista progettò un repentino ritorno in patria. La fuga avvenne in una mattina di ottobre del 1699 proprio dalla Villa Verrua su una carrozza colma di gioielli, danaro e regali avuti dal Duca e da altri suoi ammiratori.Raggiunse indisturbata il Moncenisio e la Francia. A Parigi continuò una vita avventurosa che si concluse nel 1736.A metà del Settecento Villa Verrua divenne proprietà dei conti Rignon, importante famiglia di banchieriche ricoprì incarichi pubblici di rilievo.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA RIGNON
Corso Ferraris, Corso Einaudi, Via Vico
Villa con porzione di parco.
Porzione civile di un complesso produttivo agricolo di valore documentario.
Presente dalla seconda metà del Settecento. Nei catasti del 1805 e 1866 viene ricordata come "Cascina Rignon" nel 1907 come "Il Verrua". A fine Ottocento viene abbattuta l'ala rurale del complesso che chiudeva ad Ovest il recinto della corte rustica, lasciando inalterata la palazzina civile e la recinzione dotata di significativo portale d'ingresso. Negli anni del dopoguerra si procede alla lottizzazione del parco.
A. GROSSI, 1790; E. GRIBAUDI ROSSI, 1970
Tavola: 48
Bibliografia
- Grossi, Giovanni Lorenzo Amedeo, Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e' suoi contorni ..., in cui si danno diverse notizie utili, ed interessanti, massime in ordine alli Feudi, e distretti delle Parrocchie in detto territorio esistenti ..., Vol. 1, [s.n], Torino 1790 , pp. 208-209 Vai al testo digitalizzato
- Baruffi, Giuseppe Francesco, Passeggiate nei dintorni di Torino, Vol. 12, Stamperia reale, Torino 1858 , p.59 Vai al testo digitalizzato
- Peyrot, Ada, Torino nei secoli: vedute e piante, feste e cerimonie nell'incisione dal Cinquecento all'Ottocento: bibliografia, iconografia, repertorio degli artisti. 1538-1825, Vol. 1, Tipografia torinese, Torino 1965 , n. 98, p. 147 Vai al testo digitalizzato
- Gribaudi Rossi, Elisa, Cascine e ville della pianura torinese: briciole di storia torinese rispolverate nei solai delle ville e nei granai delle cascine, Le Bouquiniste, Torino 1970 , pp. 45, 46, 59
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 367 Vai alla pagina digitalizzata