Anton Egri Erbstein
Anton Egri Erbstein, l'allenatore che "costruì" il Grande Torino. Ungherese di origini ebraiche, fu costretto a lasciare l'Italia a seguito delle leggi razziali. Riuscito a scampare ai campi di sterminio e rientrato in Piemonte alla fine del conflitto, riprese il suo ruolo di tecnico della squadra. Morì, insieme ai suoi giocatori, nella tragedia di Superga.
Anton Egri Erbstein, nacque a Nagyvárad, nella parte ungherese dell'Impero Austro-Ungarico, nel 1898. Studente di educazione fisica a Budapest, entrò nell'Associazione locale di Atletica e nella squadra di calcio del Bak con il ruolo di mediano.
Giunse in Italia nel 1924 come giocatore dell'Olympia e poi del Vicenza. Per via della sua professione di agente di borsa, si trasferì negli Stati Uniti dove fu ingaggiato nell'American Soccer League.
Rientrato in Ungheria, deciso ad abbandonare il calcio giocato, concentrò tutte le sue energie nello studio delle tattiche di gioco e della preparazione fisica degli atleti.
Venne chiamato in Italia, nel 1928, per allenare la squadra del Bari. Successivamente fu il preparatore della Nocerina, poi del Cagliari (che vinse il Campionato di Serie C), di nuovo del Bari e della Lucchese, che in tre anni passò dalla Serie C alla Serie A.
Le prime Leggi razziali fasciste, emesse a partire dal 1938, lo colpirono direttamente: le sue figlie non avrebbero più potuto frequentare una scuola pubblica; decise così di accettare l'offerta di allenare il Torino (il trasferimento gli avrebbe consentito di iscrivere le figlie a una scuola privata). La famiglia Erbstein fu successivamente costretta alla fuga dall'Italia, dapprima verso l'Olanda, poi in Ungheria, dove il cognome fu trasformato in “Egri”. Da qui Anton Egri Erbstein riuscì a restare in contatto con Ferruccio Novo, Presidente granata. Alla caduta del regime fascista, rientrò in Italia e divenne, dal 1947, il Direttore Tecnico del Torino. Erbstein rivestì un ruolo importante nella costruzione della squadra che dominò il calcio italiano tra il 1943 e il 1949.
Sembra che Anton Egri Erbstein sia stato anche accusato di essere una spia russa, infamia dalla quale dovette difendersi pubblicamente nel 1947. Scampato alle persecuzioni e ai campi di sterminio, trovò la morte, il 4 maggio 1949 quando, dopo una partita amichevole giocata a Lisbona, l'aereo che riconduceva a casa il Grande Torino si schiantò sulla collina di Superga, causando trentuno vittime e nessun superstite.
La figlia Susanna, ballerina e coreografa, è fondatrice e direttrice del Centro Studio della Danza di Torino, ora diventata una Fondazione intitolata alla madre Jolanda.
Bibliografia
- Ossola, Franco - Tavella, Renato, Il romanzo del Grande Torino: la storia esaltante di una memorabile e irripetibile squadra di calcio e dei suoi protagonisti che hanno accompagnato la vita italiana dei travagliati anni Quaranta, Newton & Compton, Roma 1994
- Boccalatte, Luciano - De Luna, Giovanni - Maida, Bruno (a cura di), Torino in guerra: 1940-1945. Catalogo della mostra, Torino, 5 aprile - 28 maggio 1995, Gribaudo, Torino 1995 , 86
- Settimelli, Leoncarlo, L'allenatore errante. Storia dell'uomo che fece vincere cinque scudetti al Grande Torino, Zona, Civitella in Val di Chiana 2006
Sitografia
- http://www.treccani.it/enciclopedia/ernest-erbstein_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/
- http://ilcalciodiunavolta.myblog.it/archive/2011/08/06/il-destino-beffardo-di-anton-egri-erbstein.html
- http://torinofc.it/
- www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,avanzata/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0003_01_1949_0108_0001_24716556/
- www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,avanzata/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0003_01_1949_0108_0001_24716557/
- www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/Itemid,3,/action,viewer/page,1/articleid,0003_01_1949_0107_0001_24716338/
- https://www.lagazzettadilucca.it/piana/2019/01/al-cinema-arte-il-docufilm-lallenatore-errante-su-ernest-erbstein/
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Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà
- MuseoTorino