Samone, già Vigna Filipponi
Posta nei pressi di Villa Genero, la Vigna Filipponi è stata rimaneggiata in stile liberty. Il nome deriva dai suoi proprietari nel '700 , i Filipponi, famiglia che ripete sul nascere della sua fortuna la storia comune ad altre illustri famiglie venute dalla provincia di Torino.
L' edificio in stile liberty è la vigna che Amedeo Grossi descrive come «Il Filipponi vigna dell'Ill.mo sig. Avvocato, e Barone Filipponi di Romain Decurione dell'Ill.ma Città, e Proavvocato Di S.A.R. Il duca del Chiablese con casino».
Già nella seconda metà del'500 i Filipponi si arricchirono con forniture alle armate di Emanuele Filiberto. Francesco Gaetano Filipponi, citato dal Grossi, entrò come avvocato nell'ambito della Famiglia Reale e nel 1784 coronò la sua ascesa con l'acquisto di Romano Canavese e titolo baronale.
La sua famiglia si estinse nel 1838 e la vigna venne acquistata da monsignor Amedeo Bruno di Samone, vescovo di Cuneo (1817), eroica figura ricordata per la totale abnegazione con la quale si dedicò, ormai già ottantenne, alla cura dei malati durante l'epidemia di colera del 1835.
Morì lasciando la vigna al Seminario di Cuneo.
In seguito, la vigna venne parcellizzata in più proprietà.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
SAMONE, GIÀ VIGNA FILIPPONI
Strada Comunale S. Margherita 150
Vigna.
Edificio di valore ambientale, caratterizza il percorso di Strada S. Margherita.
L'edificio compare già nella Carta topografica della Caccia [ 1762], senza denominazione. Il Grossi lo cita come «Filipponi vigna [...] con casino». Appartenne alla famiglia Filipponi sino ai primi dell'Ottocento, quindi passò al monsignore Amedeo Bruno di Samone che morì lasciando la vigna al Seminario di Cuneo. L'edificio, oggi ristrutturato conserva, comunque l'antico impianto.
A. GROSSI, 1791, pp. 82-83; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXIII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 350-351.
Tavola: 59