Chiesa dei Santissimi Angeli Custodi
La chiesa dei Santissimi Angeli Custodi, tra via Amedeo Avogadro e via San Quintino, venne aperta al pubblico nel febbraio del 1888. Durante il secondo conflitto mondiale, i bombardamenti che colpirono la città investirono la chiesa solo lievemente, mentre le convivenze adiacenti vennero gravemente danneggiate.
Bombardamenti
La chiesa dei Santissimi Angeli Custodi, venne solo marginalmente coinvolta dai bombardamenti su Torino nel corso del secondo conflitto mondiale. Diversa fu la sorte delle pertinenze, affacciate su via San Quintino, che invece subirono gravi danni durante le incursioni aeree del 20 novembre 1942 e del 13 luglio 1943. Soffio di bomba dirompente investì la casa parrocchiale, situata al civico 37 di via San Quintino, causando il parziale distacco della copertura del tetto, il crollo di volte e muricci, lo schiantamento di parte degli infissi. Anche l'adiacente stabile, in via San Quintino 39, che ospitava l'Opera Nazionale Cesarina Astesana, fu gravemente sinistrato.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
CHIESA DEI SS. ANGELI CUSTODI
Via Avogadro, Via S. Quintino
Chiesa.
Edificio religioso di valore documentario, tipico della diffusione del tardo gusto eclettico. Costruito tra il 1884 e il 1890 su progetto dell'ing. Tonta.
ASCT, Progetti Edilizi, f. 1/1884; G. MARZORATI, 1923, p. 215.
Tavola: 41
Bibliografia
- Guidi, Guido, Le chiese di Torino danneggiate dalla guerra, in «Torino. Rivista mensile municipale», A. XXV, n. 8, agosto, 1949, Torino, pp. 9-15 Vai al testo digitalizzato
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 331 Vai alla pagina digitalizzata
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 314, cart. 5, fasc. 54, n. ord. 3
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Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà