Palazzo Saluzzo Paesana
Realizzato tra il 1715 e il 1722 su progetto dell'architetto Gian Giacomo Plantery, l'edificio rappresenta il modello compiuto dell'estesa edilizia da reddito per ceti elevati della prima metà del Settecento, in cui coesistono le funzioni di residenza nobiliare e di residenza altoborghese in affitto, e si colloca nel contesto della terza ed ultima espansione della città capitale.
Cronologia
1715. Inizio del cantiere di costruzione, sotto la direzione di Gian Giacomo Plantery.
1722. Completamento della costruzione.
Anni Trenta del XVIII secolo. Decorazione dell’appartamento aulico da parte dei pittori Bartolomeo e Domenico Guidobono; durante l’occupazione francese è sede di acquartieramento delle truppe.
1949. Con l’estinzione del ramo principale della famiglia, passa ai Del Carretto di Torre Bormida. 1990-1995. Ampia campagna di restauro delle facciate interne ed esterne, delle corti e degli scaloni.
Il palazzo viene realizzato tra il 1715 e il 1722 su disegno dello stimato architetto Giovanni Giacomo Gerolamo Plantery (1680-1756) per committenza del senatore Baldassarre Saluzzo di Paesana, decorato dell’Ordine della Santissima Annunziata e desideroso di possedere nella capitale, in particolare nella ridotta per dimensioni ma prestigiosa area del terzo ampliamento della città, con lotti in genere angusti, un palazzo degno del suo rango e del suo riconoscimento presso la corte. È il più vasto e articolato palazzo nobiliare torinese: prevede infatti un corpo di fabbrica a sud, prospiciente via Garibaldi e di dimensioni maggiori, denominato Palazzo Grande e adibito a residenza signorile, e un secondo corpo, a cinque piani, rivolto a nord, sulla via del Carmine e piazza Savoia, il cosiddetto Casino, abitato in parte dalla servitù e dagli affittuari. Nei cortili rustici del Casino trovano posto rimesse e scuderie con locali di servizio, fienili e depositi. Il disimpegno della complessissima “machine à habiter” è rappresentato dal grandioso cortile d’onore, nel quale «tutti gli elementi canonici del palazzo torinese vengono raddoppiati: doppio accesso (grazie a un secondo atrio verso via Bligny – ormai tamponato – in asse con quello principale di via della Consolata), due scaloni aulici, due loggiati contrapposti» (Cornaglia, 1999 e 2002). Secondo una logica ormai imperante nel Settecento, e in ragione anche della consistente crescita demografica della città durante il governo di Vittorio Amedeo II (1666-1732), con l’aumentato prestigio di capitale non solo di ducato, ma di regno, il palazzo, seppure nobiliare, nasce nell’ottica dell’affitto perfino sulla parte aulica, comprendendo, oltre al ricchissimo appartamento per il committente, altri tre alloggi per esponenti della nobiltà e dell’altissima borghesia attachée della corte.
Se le ariose volte planteriane articolano gli ambienti senza interrompere la razionalità dello schema distributivo, l’aspetto esterno del complesso appare straordinariamente moderato, per esplodere nel fasto solo a partire dal cortile d’onore e dallo scalone principale, mentre l’appartamento dei Saluzzo, sebbene ampiamente ridotto nelle sue dimensioni originarie, conserva l’impronta, nelle sovraporte e nella decorazione di alcuni soffitti, della campagna decorativa affidata, negli anni Trenta del Settecento, al valente pittore Domenico Guidobono (soprattutto nella sala dell’angolo sud-est), affiancato dal frescante Rocca e dello stuccatore (attestato anche in fabbriche di commessa regia) Pietro Somasso. Non meno ricche le specchiere intagliate e dorate e le articolate porte, a imitazione proprio dei gusti della corte. Nonostante l’infelice uso durante l’occupazione francese, quando è sede di acquartieramento delle truppe, il palazzo conserva intatto il suo impianto originario, fino al passaggio di proprietà, nel 1949, con l’estinzione del ramo principale della famiglia, ai Del Carretto di Torre Bormida. Divenuto un condominio, tra il 1990 e il 1995 è oggetto di un’ampia campagna di restauro delle facciate interne ed esterne, delle corti e degli scaloni, promossa dal Gruppo Gorla, in grado di destinare ampi spazi, soprattutto nell’appartamento nobile, a una nuova funzione, quella di sito di pregio di ricevimenti e manifestazioni.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
PALAZZO SALUZZO PAESANA
Via Consolata 1
Palazzo di rappresentanza e d'affitto.
Edificio di valore storico-artistico e ambientale. E l'esempio più ampio e complesso di palazzo nobiliare cittadino settecentesco dove le esigenze di decoro e le funzioni di rappresentanza si integrano al razionale sfruttamento delle parti ad affitto.
Realizzato dai marchesi Saluzzo Paesana, su disegno di G.G. Plantery, 1715-18.
A. CAVALLARI MURAT, 1957; ISTITUTO DI ARCHITETTURA TECNICA. 1968, pp. 1252 sgg.
Tavola: 41
Bibliografia
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- Briolo, Giammichele, Nuova guida dei forestieri per la reale città di Torino, Fratelli Reycend, Torino 1822 Vai al testo digitalizzato
- Guidi, Guido, I danni arrecati al patrimonio artistico dal bombardamento di Torino, in «Torino. Rassegna mensile della città», A. XXV, n. 7, luglio, 1949, Torino, pp. 15-22 , p. 20 Vai al testo digitalizzato
- Cavallari Murat, Augusto (a cura di), Forma urbana e architettura nella Torino Barocca. Dalle premesse classiche alle conclusioni neoclassiche, Vol. I, tomo II, Unione tipografico-editrice torinese, Torino 1968
- Comoli Mandracci, Vera, Torino, Laterza, Roma - Bari 1983
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 293 Vai alla pagina digitalizzata
- Pecchenino, Beatrice, Il Palazzo Saluzzo Paesana nelle sue vicende architettoniche e urbanistiche, in Griseri, Angela (a cura di), Il Palazzo Saluzzo Paesana, U. Allemandi, Torino 1995, pp. 31-51
- Gianazzo di Pamparato, Francesco (a cura di), Famiglie e palazzi. Dalle campagne piemontesi a Torino capitale barocca, Gribaudo Paravia, Torino 1997 , pp. 211-219
- Cornaglia, Paolo, Palazzo Saluzzo Paesana, in Comoli Mandracci, Vera - Olmo, Carlo (a cura di), Guida di Torino. Architettura, U. Allemandi, Torino 1999, scheda 61, p. 92
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- Cornaglia, Paolo, La città dei cortili: aspetti dell'architettura torinese dal XVII al XX secolo, in Lanzardo, Dario - Occelli, Chiara - Cornaglia, Paolo, Il grande libro dei cortili a Torino, Lindau, Torino 2002, pp. 7-14
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Sitografia
Fonti Archivistiche
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- Francesco De Caroly, Carta Topografica Dimostrativa dei Contorni della Città di Torino e Campagne Reali dedicata a Sua Maestà la Regina di Sardegna, dall’Umilissimo e Fedelissimo Suddito De Caroly in Torino 1785 con dettaglio della Pianta della Città di Torino e Indice per la Denominazione delle Isole della Città, 1785.
- Biblioteca della Fondazione Torino Musei, Archivio dei Musei Civici, Fondo D'andrade, LT 6797-6803
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