Gabetti & Isola
L’attività dello studio di progettazione di Roberto Gabetti (1925 - 2000) e Aimaro Oreglia d’Isola (1928) ha inizio negli anni cinquanta del Novecento, anni in cui è acceso il loro interesse verso i temi legati al design, all’arredamento di interni e alla sperimentazione sui materiali.
L’edificio della Borsa Valori, realizzato in collaborazione con Giorgio e Giuseppe Raineri nel 1953, rappresenta una prima testimonianza di progettazione e allestimento di ogni singola parte dell’edificio, comprendente anche mobili e arredi fissi. Le Sedie, le scrivanie e i divani concepiti per la Borsa Valori sono realizzati dalle piccole botteghe torinese (in particolare il mobilificio Colli di Torino), con legni torniti in forme organiche o impiallacciati e lucidati e connessi da parti metalliche a giorno con funzione di irrigidimento, con una straordinaria cura del dettaglio. La sedia a struttura “a vertebre”, in particolare, concepita nel 1952 in legno di faggio annerito, presenta due balestre metalliche a vista, anch’esse tinte di nero, a sostegno dello schienale e della seduta, fissate con viti filettate e bulloni. Sia la seduta che lo schienale sono imbottiti e rivestiti in Resinflex rosso scuro.
Gli interni e gli arredi realizzati per la Bottega d’Erasmo del 1953-1956 mettono in luce l’impiego di “accorgimenti funzionali anti-minimalisti”(1), tipici del mobile ottocentesco vittoriano e Art Nouveau: alzate, cassettini, scomparti, doppi piani di appoggio per i tavoli, mostrano una varietà di essenze e un uso di elementi tipici della produzione di quel periodo, come ad esempio la paglia di Vienna.
Del 1968 è la collaborazione con la Olivetti di Ivrea per la realizzazione di un edificio da destinarsi a minialloggi per neolaureati e neoassunti. Gli arredi degli alloggi, risolti questi ultimi attraverso un sistema modulare a “spicchi”, sono ad opera di Luciano Re e Guido Drocco (1942). I mobili, prodotti in piccole serie, hanno piani di appoggio componibili, in tubolare cromato, legno di palissandro e cristallo, e sono basati sull’elemento del montante detto Trilogia, consistente in un ritto a cui è fissato un semicerchio che può fungere come giunto, supporto, base o scheletro per sedute e complementi di arredo.
A partire dagli anni settanta inizia una line di ricerca più contemporanea che vede i suoi esiti, ad esempio, nella produzione di alcuni prototipi di componenti in Abs componibili per ottenere sgabelli, panche e poltrone e nella serie Tapizoo, tappeti in pelle di animali, disegnata in origine per l’allestimento degli alloggi dell’unità residenziale ovest, detta Talponia, del Complesso Olivetti di Ivrea
Note
(1) Bulegato, Fiorella, Dellapiana, Elena, Il design degli architetti italiani: 1920-2000, Electa, Milano 2014, p. 187.
Bibliografia
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