Cinta daziaria del 1853
La prima cinta daziaria torinese è costruita per ragioni fiscali ma influenza anche lo sviluppo urbanistico successivo. Fuori di essa nascono infatti numerose borgate, protagoniste della prima industrializzazione della città.
La prima cinta daziaria viene costruita fra il 1853 ed il 1858 come strumento per implementare le risorse fiscali della città, imponendo dazi sulle merci in ingresso destinate al consumo locale. La facoltà di riscuotere tali dazi è concessa alla Città in conseguenza dello Statuto carlalbertino del 1848.
La cinta viene progettata dall'ingegnere Edoardo Pecco nell'ambito del Piano d'Ingrandimento della Capitale (1850-1852), concepito da Carlo Promis con intenti difensivi oltre che di riorganizzazione urbanistica.
La sua struttura, un muro alto più di due metri con caselli per la riscossione del dazio (le cosiddette barriere) con strade di ronda interne e fossato esterno, è finalizzata principalmente alla lotta al contrabbando.
Il percorso corrisponde agli attuali corsi Bramante, Lepanto, Pascoli, Ferrucci, Tassoni, Svizzera, Mortara, Vigevano, Novara e Tortona, con chiusura a est del fiume Po. Questo perimetro non racchiude l’intera area comunale, creando così un doppio regime fiscale che favorisce le zone esterne per quanto riguarda costi di costruzione e prezzi.
Questo spiega come mai negli anni successivi, e fino a tutti gli anni Dieci del Novecento, lo sviluppo produttivo, industriale e commerciale della città, assieme a gran parte dello sviluppo edilizio, si localizzi fuori cinta, dando vita a nuove borgate, che spesso prendono il nome di barriera di... proprio perché situate nei pressi dei caselli daziari.
Oltre il Po la linea daziaria prosegue per circa 4,5 Km, ma qui è una cancellata in ferro sopra una base in muratura, completata durante la metà degli anni Ottanta.
La cinta viene smantellata completamente nel 1912 per essere sostituita da un’altra più ampia (di fatto mai completata) che rende conto delle nuove dimensioni assunte dalla città in seguito al massiccio sviluppo urbanistico dei decenni precedenti.
Bibliografia
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Fonti Archivistiche
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- ASCT, Tipi e disegni, 20.1.26
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