Villa Mossetto
La bellezza del Mossetto sta nella posizione sopraelevata del suo breve pianoro da dove si abbraccia il panorama delle valli San Martino e Reaglie con il grandioso sfondo della catena delle Alpi.
L'edificio nel 1780 apparteneva al priore Mossetto.
Nel 1791 era dell'avvocato Giuseppe Francesco Scarrone, conosciuto per le sue stravaganze e per i suoi scritti.
L'architetto Amedeo Grossi, che lo incontrò in vigna, ricorda che il Mossetto ha una «Cappella eretta con ex voto nel 1694»; non si conosce però né chi abbia eretto la cappella né per quale voto.
Gli Scarrone che mantennero la proprietà della vigna fino al 1854.
L'edificio è grande con un pronao a profondo porticato, ma le sue condizioni vengono descritte da Elisa Gribaudi Rossi, che la visitò intorno al 1970, come miserevoli.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA MOSSETTO
Strada Comunale Superiore Val S. Martino 211
Vigna.
Segnalazione di edificio con elementi di significato culturale e documentario; per posizione del sito concorre alla definizione ambientale della cresta sommitale di Val S. Martino.
Nella Carta topografica della Caccia la vigna presenta due corpi di fabbrica in sequenza ma non allineati. Le iconografie seguenti conservano tale disposizione planimetrica. Il Grossi la ricorda come «vigna con Cappella... dell'Avvocato Giuseppe Scarone... » fu luogo di villeggiatura sino al 1854. L'edificio fu trasformato a fine Ottocento e ancora di recente.
Carta topografica della Caccia, [ 1762]; A. GROSSI, 1791, p. 120; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Carta del R. Corpo di Stato Maggiore...], 1854; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXVIII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 269-271.
Tavola: 60
