Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Crespi, già Vigna Salin

Questa vigna appartenne a Giuseppe Fabar che, oltre ad essere membro del Senato di Piemonte, svolse anche un ruolo diplomatico nella difficile congiuntura con la corte degli Zar, come si evince dalla corrispondenza con l'inviato sabaudo in Russia, conte Luigi Zappata di Ponchy.


Lat: 45.0552433 Long: 7.7144886

Costruzione: XVII Sec. (1600-1699)

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Il commendatore e senatore Giuseppe Fabar, citato dal Grossi come proprietario della vigna, era nato nel 1732 ed originario di Poirino, aveva sposato Maddalena, figlia dell'avvocato Salino ed erede della vigna che da circa un secolo apparteneva alla sua famiglia. Giuseppe Fabar, commendatore dei SS. Maurizio e Lazzaro, divenne nel 1797 avvocato generale effettivo del Senato del Piemonte di cui era membro. Nel suo testamento lasciò i suoi beni alle figlie.
La parte civile venne venduta da Teresa Fabar a Felix Musso nel 1813. Egli aprì il cancello verso strada Santa Margherita, cancello che reca ancora le sue iniziali.
Nel 1848 il figlio di Felix, l'avvocato Tito, vendette parte della vigna al cavalier Ottazzi e parte al chirurgo Fenoglio. Nel 1875 Ottazzi cedette l'intera proprietà, che nel frattempo aveva acquisito, alla Banca Nazionale di Torino per 10.000 lire.
Nel 1883 venne acquisita dalla famiglia Crespi che la conservò fino al 1958.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA CRESPI, GIÀ VIGNA SALIN
Strada Comunale S. Margherita 202

Vigna.
Segnalazione di edificio con elementi di significato culturale e documentario; costituisce presenza fondamentale nella sequenza di vigne di Strada S Margherita.
Nella Carta topografica della Caccia [ 1762], la vigna faceva parte del complesso del «Salino». Il Grossi la cita come «Fabar vigna con casino segregato dal rustico [...] vi è una Cappella del beneficio [...] ora ridotta in commenda». Il complesso, di impianto secentesco, fu diviso nel 1799 fra le figlie Cecilia e Teresa Fabar. A quest'ultima toccò la parte civile, che la vendette nel 1813 a Felix Musso quest'ultimo cedette la Cappella alla vigna Peiroletti. La parte rustica fu distrutta prima del 1940.

Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, pp. 81-82; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXVII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 356-359.
Tavola: 59/60

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