Sciatori alle pendici del Monte dei Cappuccini. Fotografia di Ghidoni-Cappelli, 21 febbraio 1956. ASCT, Fondo Gazzetta del popolo, I 1441D/012. © Archivio Storico della Città di Torino
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Dallo ski ai Giochi olimpici invernali
Se i torinesi durante i Giochi olimpici invernali del 2006 hanno seguito le gare con tanta passione e competenza non è solo merito della febbre olimpica.
Nessuna città italiana può infatti vantare una tradizione paragonabile negli sport invernali che, come molti altri del resto, hanno mosso i primi passi proprio qui, sulle rive del Po.
Almeno dal 1872 il Circolo Pattinatori Valentino, tuttora esistente, gestisce una frequentatissima patinoire posta nell’omonimo parco, di fronte all’attuale club di scherma. L’attività si configura inizialmente come passatempo elegante e mondano, cui partecipano in egual misura entrambi i sessi, frequentato da aristocratici e borghesi, e solo in seguito come sport agonistico. Ma dal 1914 in poi su questa pista, attiva fino agli anni Trenta del Novecento, si disputano numerose competizioni e la celebre coppia formata da Dina Mancio e Gino Voli conquista ripetutamente il titolo nazionale, mentre la crescente passione per il pattinaggio dei torinesi si esercita anche sulla ghiacciaia Robiola, in Barriera di Milano, e al Vasario, nell’area dell’attuale Sporting. Ancor prima, nel 1911, si ha notizia di un pionieristico match di hockey, fra i torinesi e il Lione, di cui nemmeno si conosce il risultato. Torino è la seconda città italiana, dopo Milano, a dotarsi di un palazzo del ghiaccio, posto anch’esso al Valentino nel complesso di Torino Esposizioni; esso vive i suoi ultimi momenti di gloria con le Olimpiadi del 2006 quando ospita alcuni incontri di hockey.
Gli esordi nazionali dello sci, nel 1896, avvengono poco distante, nel villino dell’ingegnere svizzero Adolf Kind, sui tappeti del salotto: qui egli mostra ad alcuni amici divertiti come si effettuano le «voltate» con gli attrezzi appena importati dalla Norvegia. Poi, in gruppo, si testano sui brevi pendii del parco e su più impegnative discese collinari; nel gennaio dell’anno seguente ci si spinge sulle montagne sopra Giaveno; nel dicembre 1901 lo stesso Kind, con 29 soci del CAI (Club Alpino Italiano), dà vita allo Ski Club Torino, primo in Italia. Nel marzo successivo si disputa la prima gara, ancora sui monti di Giaveno.
La conquista e la progressiva trasformazione delle Alpi in una sorta di campo giochi per i cittadini procedono da questo momento inarrestabili, ma ancora negli anni Cinquanta del Novecento le suggestive immagini della «Gazzetta del Popolo» ci mostrano i torinesi che colgono l’occasione di un’abbondante nevicata per calzare gli sci e praticare il fondo al Valentino o lanciarsi in incerte discese sulle pendici collinari.
Stefano A. Benedetto, Scivolando per diporto, da Torino in inverno (n° 4 della «Rivista museoTorino»)
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Palazzo della Moda e Torino Esposizioni
Nella conformazione originaria, una tra le opere razionaliste più coerenti a Torino. Nel padiglione Agnelli, l’opera di Pier Luigi Nervi declina la scienza del cemento armato come arte. Il Palazzo della moda fu ripetutamente colpito da bombardamenti.
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Santa Maria al Monte dei Cappuccini
Costruita sulle fondamenta di un’antica fortezza su progetto di Giacomo Soldati modificato da Ascanio Vitozzi, la chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini segna la valenza simbolica della politica di alleanze strette dai Savoia con gli ordini religiosi tra Cinque e Seicento.
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Palazzo a Vela
Forse il simbolo per eccellenza delle celebrazioni di «Italia ’61», il Palavela ricompare nell’immaginario urbano odierno con il suo utilizzo (e trasformazione) per i Giochi olimpici del 2006.
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Parco del Valentino
Con il parco pubblico del Valentino, uno dei luoghi più conosciuti e amati della città, Torino si dotò di un’infrastruttura urbana tipica dell’Ottocento, luogo del passeggio, delle esposizioni e delle attività sportive.
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Club Alpino Italiano
Tra i fondatori del CAI c’è l’ex ministro del regno d’Italia Quintino Sella che, nell’agosto dello stesso anno, insieme al conte Paolo Ballada di Saint-Robert, suo fratello il cavalier Giacinto e il barone Giovanni Barracco, ha scalato la cima del Monviso dal versante sud. È la prima volta che degli italiani raggiungono una cima alpina, “dominate” fino a quel momento dagli inglesi.
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XX Giochi olimpici invernali: gli impianti sportivi
Il 19 giugno 1999 il CIO (Comitato olimpico internazionale) dichiara Torino – candidata insieme alla città di Sion, in Svizzera – sede dei XX Giochi olimpici invernali del 2006. A partire da questa data la città viene interessata da un ambizioso piano di trasformazione che non coinvolge soltanto l’impiantistica sportiva urbana, ma la città nel suo complesso.
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Pattinaggio sul ghiaccio
Il Valentino – gigantesco centro polisportivo naturale – ha ospitato, a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento, la prima patinoire di Torino, affollatissimo punto di ritrovo cittadino, demolita negli anni Cinquanta del Novecento per far posto ai padiglioni di Torino Esposizioni.
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Sci
Come il football, anche lo sci è uno sport di importazione che arriva per la prima volta in Italia a Torino: a farlo conoscere è Adolfo Kind, ingegnere svizzero, proprietario, tra l’altro, di una curiosa villa vicino al parco del Valentino.
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Suggerimenti di lettura
- Cavanna, Pierangelo - Costantini, Paolo (a cura di), Mario Gabinio. Dal paesaggio alla forma. Fotografie 1890 - 1938, U. Allemandi, Torino 1996
- Torino e lo sport. Storie, luoghi, immagini, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2005
- Assalto, Maurizio, I luoghi dello sport, in De Luna, Giovanni - Maida, Bruno (a cura di), Torino 1861/2011. La memoria dei luoghi, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2011, pp. 471-502
- Manzo, Luciana - Peirone, Fulvio, Torino sotto la neve, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2011