Cascina Ferrera, cascina Rivagagliarda
La Ferrera, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, deve la sua denominazione al marchese Ferrero della Marmora che la possedette per circa due secoli. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, nella prima metà del XVIII secolo divenne un’unica proprietà con la vicina cascina Rivagagliarda. Fu demolita nella prima metà del XX secolo per dar spazio all’attuale via Cigna.
La cascina Ferrera, rilevata per la prima volta nella Carta della montagna di torino del 1694, deve la sua denominazione al proprietario, il marchese Ferrero della Marmora.
La zona dove sorgeva la cascina Ferrera veniva da secoli denominata "Rivagagliarda" e corrispondeva al terrazzamento fluviale del vecchio corso della Dora che formava una sorta di promontorio degradante verso l'attuale Barriera di Milano.
Per la collocazione strategica, l'intera area fu profondamente segnata dall’assedio di Torino del 1706: in quell’occasione la Ferrera fu danneggiata e la vicina cascina “Riva Gaillard”, di proprietà del Capitolo di San Giovanni, fu demolita.
Successivamente, tra il 1736 e il 1737, le due cascine furono ricostruite con i mattoni di una fornace che fu abbattuta dopo il completamento dei lavori. Verso la fine del XVIII secolo, entrambe le cascine divennero un'unica proprietà, come attesta, nel 1790, l’architetto Amedeo Grossi che le rileva come “Rivagagliarda cascina dell’illustrissimo sig. Marchese della Marmora situata alla destra, ed in principio della strada della Venaria, e Caselle, lungi mezzo miglio da Torino”.
Il Marchese Ferrero della Marmora possedeva in quella zona anche la Verna.
Nelle mappe del Catasto Napoleonico del 1805 la cascina, nuovamente distinta dalla vicina Rivagagliarda, che in questa mappa viene denominata "Ferme le Chiabot de l'Oglio", viene rilevata come “La Ferera” e presenta un impianto planimetrico a “C” e corte chiusa.
Un importante passaggio di proprietà si registra nel secondo decennio del XIX secolo quando le proprietà del Marchese della Marmora passano ai fratelli Bologna, famiglia tra le più attive nel mercato fondiario, in precedenza affittavoli del vicino “Palazzotto”. Infatti, come si evince dal Catasto particellare Gatti del 1820 la proprietà della cascina viene attribuita al “Signor Bologna Luigi fu Giovanni Batta [Battista]” e viene denominata “Rivagagliarda cascina Bologna”. In quel periodo l’impianto planimetrico dell’edificio rimane invariato e risulta composto da casa civile, casa rustica, cappella, casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli), cortile, giardino, orto, prati e campi.
Nel Catasto Rabbini del 1866 si registrano alcuni ampliamenti planimetrici che tendono a chiudere completamente la corte e la cascina torna a essere denominata “La Ferrera”.
Nella pianta di Torino del 1911 la cascina è ancora presente, ma viene già segnalata la successiva realizzazione di via Cigna che ne decreterà la demolizione.
Bibliografia
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Fonti Archivistiche
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- MuseoTorino