Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Allason, già Vigna Frailin

Durante la guerra, Vigna Allason divenne un importante centro della Resistenza torinese, e tra gli altri trovò rifugio Franco Antonicelli che anni prima aveva dedicato a Barbara Allason, imprigionata dai fascisti nel 1934, una poesia  in cui viene citata la vigna.


Lat: 45.04279644386614 Long: 7.7258992195129395

Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799)

Ampliamento: 1802

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  • vigna

Dai documenti catastali e dalla testimonianza del Grossi viene citata come Villa Alasone o Alazon, nome che sotto il domino francese, per convenienza o per adesione spontanea alla causa rivoluzionaria, diventa Alason o Allason.

I figli di G. B. Alason, che ereditarono la villa, ristrutturarono l'edificio all'interno e decorarono la facciata  con curiose colombaie e un grande orologio solare con stilo polare.

Si è ipotizzato che durante  questi lavori vennero  riutilizzati dei materiali dismessi dal parziale smantellamento (1802) del  Convento della Visitazione che si trovava in via della Provvidenza (l'attuale Via XX Settembre) vicino all'abitazione cittadina della famiglia Allason.
Ciò spiegherebbe la presenza in vigna della lapide funeraria di Maria Luisa Carlotta Carignano, sepolta nel cimitero del convento, di un gradino d'altare e di alcune palle di bocche da fuoco provenienti dalla zona del convento posto vicino ai bastioni e risalenti ai bombardamenti  degli assedi alla città di Torino del 1640, 1706 e 1798.

Nel 1822 nacque il nipote di G. B. Allason, Ernesto, famoso e valente pittore scelto per insegnare pittura alla Regina Margherita.

Aggregata alla proprietà degli Allason è la rustica Vigna Freylino che aveva la funzione di casa colonica della villa.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA ALLASON, GIÀ VIGNA FRAILIN
Strada Comunale di Pecetto 292

Vigna.
L'edificio di valore ambientale connota, per forme esteriori e rapporti costruito-verde, il pianoro alto di Val Salice. Nella Carta topografica della Caccia [1762], la vigna è ricordata come «V. Frailin» con impianto a blocco di ridotte dimensioni. Il Grossi cita la vigna come «Alasone». L'edificio di impianto settecentesco ha subito all'inizio dell'Ottocento una sostanziale trasformazione in facciata ed all'interno. La vigna, quale oggi appare, aderisce agli stilemi eclettici del neogotico. Nel 1931 furono eseguiti dei lavori di ristrutturazione.

Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, p. 8; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXXIII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 378-380. Nell'archivio privato presso la villa, esistono due tipi della vigna e dei coltivi circostanti.
Tavola: 68

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