I maestri e le maestre
De Amicis in Cuore definisce i maestri “Lavoratori mal riconosciuti e mal ricompensati”, a sottolineare una condizione critica e una formazione non sempre adeguata.
Le Regie Patenti del 1822 impongono agli insegnanti di possedere una patente di idoneità per accedere all’insegnamento elementare. Per le maestre lo stesso obbligo viene sancito più tardi, nel 1846. A partire dal 1844 vengono aperte le scuole di Metodo, sostituite poi nel 1859 dalla legge Casati con le scuole Normali, corsi per gli aspiranti maestri. Il corso, triennale e gratuito, permette al termine del secondo anno di ottenere l’abilitazione per insegnare nelle classi “inferiori” (prima e seconda), mentre solo dopo avere completato il corso di studi è possibile insegnare nelle classi terza e quarta. Le materie del corso sono religione, morale, pedagogia, lingua italiana, storia nazionale, geografia, aritmetica, geometria, scienze fisiche e naturali, norme elementari di igiene, calligrafia, disegno e canto corale. A queste discipline, nelle scuole femminili si somma l’insegnamento dei “lavori donneschi”. Per accedere alle scuole Normali è necessario un esame di ammissione e l’esibizione di un attestato di moralità, rilasciato dal Comune, e uno di idoneità fisica.
L’esame che permette il passaggio dalla seconda alla terza classe normale (e quindi abilita al primo grado di insegnamento) consiste in un componimento italiano, un saggio di disegno e una prova orale su tutte le materie oltre a saggi di lavori femminili, ginnastica e canto. L’esame conclusivo che porta alla licenza della scuola Normale, oltre alle prove citate, prevede anche un tema di pedagogia e un saggio di calligrafia.
Gli esami di abilitazione all’insegnamento elementare vengono indetti dal Consiglio Provinciale scolastico, organo creato nel 1867 e composto da Prefetto, provveditore, sei membri eletti di cui due membri della Deputazione provinciale, due della Giunta Municipale e due del Ministro delle pubblica istruzione.
Per l’insegnamento di lingue straniere “viventi” è necessario un secondo specifico esame.
A tutte queste regole in realtà sono poste svariate eccezioni: in difetto di maestri muniti di regolare patente il Regio Ispettore può assegnare comunque l’incarico a persone ritenute idonee, oppure può consentire a un candidato di passare direttamente all'esame per ottenere la patente, anche senza avere frequentato il corso, a patto di avere svolto un anno di tirocinio presso una scuola elementare.
Queste eccezioni fanno capire come nel paese ci si scontri con una forte penuria di insegnanti. In effetti la vita da insegnante non è nè semplice nè privilegiata, alle prese con classi di oltre cinquanta alunni e con stipendi irrisori che costringono i maestri a un ruolo di “lavoratori mal riconosciuti e mal ricompensati”, come afferma De Amicis in Cuore.
Si accede al mestiere di insegnante al compimento dei 18 anni per i maschi e dei 17 per le femmine; la Scuola Normale maschile si trova a Pinerolo mentre la Normale femminile a Mondovì. In Torino a partire dal 1850, su iniziativa di Domenico Berti, viene aperta la Scuola per allieve maestre, pareggiata poi con Regio Decreto alle scuole governative normali. Qui sono ammesse le alunne a partire dal compimento dei 15 anni di età, che possono svolgere tirocinio presso l’Istituto Materno, creato dalla società stessa delle allieve maestre.
Oltre a questa scuola a Torino si trovano scuole magistrali private, una in via dell’Accademia Albertina 18, una in via delle Orfane 6, in via Carlo Alberto 14, via San Donato 37, via Massena 10 e via Cottolengo 12.
Nei primi anni del Novecento l’insegnante ordinario percepisce uno stipendio di 8.000 lire, con scatti di anzianità ogni 4 anni. L’insegnante straordinario, cioè in sovrannumero rispetto agli effettivi posti, lire 6.800. Agli insegnanti rurali oltre allo stipendio è garantito l’alloggio o, in mancanza, una indennità variabile. Se gli insegnanti venivano eletti direttori, oltre allo stipendio avevano un supplemento di servizio attivo di lire 2100 e un assegno speciale di pensione. Inoltre gli insegnanti possono avere diritto a compensi speciali in base agli oneri integrativi che si assumono, dalla vigilanza sulla disciplina, all’insegnamento serale o festivo.
Il Comune di Torino concede agli insegnanti la riduzione del 50% sul costo dell’abbonamento tramviario, oltre a premi speciali, con medaglia d’oro ai benemeriti dell’istruzione.
Bibliografia
- Italia. Consiglio superiore di educazione, Sulle condizioni della pubblica istruzione nel Regno d’Italia. Relazione generale presentata al Ministro dal Consiglio superiore di Torino, Stamperia reale, Milano 1865 Vai al testo digitalizzato
- Matteucci, Carlo (a cura di), Raccolta di alcune proposte di leggi e di varii scritti sulla pubblica istruzione, Tipografia scolastica di Sebastiano Franco, Torino 1865
- Vigo, Giovanni, Il maestro elementare italiano nell’Ottocento: condizioni economiche e status sociale, Società editrice Dante Alighieri, Milano 1974
- De Fort, Ester, Storia della scuola elementare in Italia, Feltrinelli, Milano 1979-
- Chiosso, Giorgio, Le scuole per i maestri in Piemonte (1840-1850) in Scuole, professori e studenti a Torino: momenti di storia dell'istruzione, Centro studi sul giornalismo piemontese Carlo Trabucco, Torino 1984, pp. 9-48
Ente Responsabile
- Fondazione Tancredi di Barolo